“Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale – Per sapere – premesso che:
Presso le sedi della rete diplomatico-consolare italiana all’estero risulterebbero in programma le vaccinazioni anticovid-19 del personale che in esse presta le sue funzioni ad esclusione dei lavoratori operanti in virtù di un contratto di diritto locale;
I lavoratori “contrattisti” sono adibiti a funzioni che comportano anche il contatto con il pubblico, non meno degli altri che lo fanno in virtù di un contratto di diversa natura;
Oltre ad evidenti ragioni di equità e di tutela della salute di tutti i lavoratori, senza discriminazione alcuna, la stessa efficacia del programma di vaccinazioni nelle sedi consolari e diplomatiche è evidentemente subordinata alla completezza della copertura vaccinale per tutti gli addetti;
la differente natura dei contratti di lavoro non può diventare una discriminante delle vaccinazioni da effettuare in quanto l’insieme delle funzioni svolte dal personale è di interesse pubblico dell’Amministrazione italiana e attiene al servizio dell’utenza in modo indifferenziato;
se non ritenga di voler disporre con urgenza l’estensione delle vaccinazioni anticovid-19 presso le sedi diplomatico-consolari a tutto il personale che in esse opera, senza alcuna discriminazione di natura contrattuale, ma tenendo conto unicamente della tutela della salute di tutti i lavoratori e di una ravvicinata immunizzazione delle sedi consolari anche per superare al più presto le limitazioni nell’erogazione dei servizi imposte dalla pandemia”.
Lia Quartapelle, Angela Schirò, Francesca La Marca
Interrogazione a risposta immediata in Commissione Esteri