“È inconcepibile e inaccettabile che il Partito Democratico, primo partito italiano, venga escluso da un talk come “Ballarò” dove sono presenti esponenti di altre forze politiche”. Così Ernesto Carbone della segreteria del Partito Democratico.
“Visto il silenzio perdurante dei responsabili del programma di RaiTre, chiediamo ai vertici dell’azienda di chiarire la vicenda.
Nessuno ha il potere di emanare veti nei confronti di una forza politica: si tratterebbe di una gravissima violazione delle regole del pluralismo, per lo più nell’imminenza di un importante turno elettorale”.
“Dopo un giorno dalla richiesta di chiarimenti da parte del PD, e a poche ore dalla messa in onda di ‘Ballarò’, non è arrivata neanche una parola ufficiale dalla Rai su quello che appare come un vero e proprio veto contro il PD.
Il direttore di Raitre e il direttore editoriale spieghino perché per due settimane di fila, a ridosso delle elezioni, non viene dato spazio al primo partito italiano nell’unico talk in prima serata della terza rete”.
E’ quanto dichiara Sergio Boccadutri, deputato PD in commissione di Vigilanza Rai, che presenterà un’interrogazione urgente in commissione Vigilanza alla Rai.
“Secondo indiscrezioni insistenti, per la seconda settimana di seguito, il Partito Democratico verrebbe escluso da ‘Ballaro”, proprio a ridosso delle elezioni amministrative. Quali sono le motivazioni reali dietro questa decisione?
Non vorremmo che dietro presunti calcoli sui dati dell’Osservatorio di Pavia ci sia la volontaà di avvantaggiare qualcuno a discapito del primo partito in parlamento”. Lo afferma in una nota Alessia Rotta della segreteria del Partito Democratico, responsabile Comunicazione. “Anche nell’ultima puntata prima del voto, ci troveremmo di fronte ad un veto nei confronti del primo partito italiano, i cui candidati si trovano a concorrere contro tutti i partiti di opposizione – aggiunge -. Raitre, con il suo principale spazio di informazione, in prima serata, vuole discriminare gli esponenti del PD? Se fosse confermato, ci troveremmo di fronte ad una grave violazione del pluralismo e della par condicio”.