“Il Governo prende in giro i lavoratori e le imprese del Veneto. Il ministero per il Sud e quello per lo Sviluppo economico hanno annunciato di voler ‘individuare le aree di crisi complessa del Centro-Nord da inserire in un piano organico di Zone Economiche Speciali (ZES). Peccato che però, né la Lezzi, né Di Maio, si siano resi conto di aver indicato una soluzione impossibile”.
Lo dice Nicola Oddati, responsabile Mezzogiorno nella segreteria del Pd.
“Infatti, le proposte di istituzione di ZES possono riguardare solo le regioni meno sviluppate e in transizione, così come individuate dalla normativa europea. Queste sono le uniche ammissibili alle deroghe previste dall’articolo 107 del Trattato sul funzionamento della Unione Europea”.
“I ministri Di Maio e Lezzi dimostrano quindi di non conoscere questa norma basilare e non si rendono conto di aver avviato una procedura inammissibile. Inoltre, l’idea di destinare al Nord nuove Zes destinate alle aree di crisi industriale complessa e, in particolare, a Porto Marghera e alla provincia di Rovigo, cozza contro il buon senso”.
“Le Zes sono per legge dello Stato destinate ai porti meridionali del programma TEN-T e alle aree logistiche e industriali a essi connesse. Il governo pensi quindi, innanzitutto, ad attuare le Zes per il Sud, ferme da mesi, fornendo i relativi finanziamenti e strumenti operativi alle Regioni e ai Comitati di Indirizzo, a cominciare dalle realtà come la Campania e la Calabria che sono già in grado di andare avanti, aiutando le altre ad approvare rapidamente i Piani di Sviluppo Strategico. Anziché dare sfoggio della propria ignoranza il governo si documenti e intanto ripristini la struttura per affrontare le crisi industriali che era stata costituita al Mise e poi smantellata”.