Il PON cultura, approvato a fine marzo e illustrato nel parco archeologico di Pompei-Ercolano dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi e dal Ministro Dario Franceschini lo scorso aprile, ha una dotazione finanziaria – che riguarda esclusivamentele regioni in convergenza (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) – di circa 500 milioni di euro, di cui oltre 300 per la tutela e conservazione dei beni, e 200 per il finanziamento delleattività di supporto alle imprese culturali: ovverotutto ciò che si trova nel contesto territoriale che ospita il sito culturale.
La filosofia che ispira i 2 “ Assi” su cui è costruito il PON muove dalla necessità di svincolarsidal dibattito che vede legittima solo l’operazione di tutela e conservazione, e quindi unicamente il trasferimento di risorse dal MIBACT alle sovrintendenze o agli Enti Locali. La valorizzazione dei beni culturali è resa possibile dall’impiego di risorse, affiancate da politiche di supporto a queste attività:
- Rivedere la fiscalità locale
- Far entrare nel progetto attori privati
- Valorizzazione: attività di intrattenimento merchandising, attività di multimedialità, attività di virtualità, attività di promozione all’estero.
Un appoggio sul fronte privato è strategico specialmente se volto alla professionalizzare l’ospitalità e a una nuova filosofia accoglienza:
- Nascita e consolidamento del PMI (Hotel, ristoranti, agenzie di transfer, alberghi diffusi nei borghi). Miglioramento delle condizioni e degli standard di offerta e fruizione del patrimonio culturale nelle aree di attrazione; diversificazione dei sistemi produttivi territoriali e diffusione e rafforzamento delle attività economiche a contenuto sociale per approdare ad una vera e propria nuova idea di filiera turistica.