“Le domande della famiglia Borsellino sono le nostre, domande che giustamente sono state ripetute in queste ore per avere piena verità e giustizia”. Lo ha detto il segretario nazionale del Pd, Maurizio Martina, a Palermo, nel giorno del 26esimo anniversario della strage di via D’Amelio, dove persero la vita il giudice Paolo Borsellino e i cinque agenti di scorta.
“Tutti noi oggi dobbiamo fermarci e ragionare di come lo Stato riesce a dare quelle risposte inevase da troppo tempo – ha aggiunto Martina.
Se siamo qui lo siamo anche per rilanciare un impegno, ciascuno deve fare la propria parte. Per primo chi sta nelle istituzioni”.
Tornando con la mente a quel 19 luglio del 1992, il segretario del Pd ha rievocato: “Ho il ricordo vivo di quella domenica. Ero un ragazzino e nella strage di Capaci prima, e in quella di via D’Amelio poi, tanti di noi hanno avuto il battesimo della cittadinanza. Per la prima volta capivamo, seppur piccoli, cosa significasse lo Stato, il senso del dovere. Sono qui per riconfermare un impegno civico- ha sottolineato Martina – e penso che tanti oggi debbano fare questo. Il mio augurio oggi è che tanti riconfermino questa voglia di giustizia, di legalità, di cittadinanza e siano all’altezza delle domande che la famiglia Borsellino sta riproponendo anche nelle dinamiche più degenerate di questa storia, soprattutto nelle questioni più delicate non ancora chiarite che hanno a che vedere con lo Stato contro lo Stato”.
“Su questo va fatta verità assoluta e ciascuno deve provare a fare la propria parte. In primis gli organi dello Stato competenti che devono produrre fino in fondo uno sforzo utile a dare tutta la verità sulle stragi del 1992”.
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“A 26 anni dalla morte del giudice Borsellino e della sua scorta nella strage di Via D’Amelio, ricordare non rappresenta solo un dovere civile e morale, ma è l’occasione per dissipare l’ombra che ancora oggi protegge la mafia e le sue logiche: il silenzio. Per sconfiggere la mafia, bisogna innanzitutto parlarne.
Diceva Borsellino: “Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene.”
La ricerca della verità richiede tempo e coraggio: non dimentichiamo.
#borsellino #viadamelio #19luglio”. Questo il commeto di Maria Elena Boschi dal suo profilo Facebook.
“Non smettere di cercare la verità su quella strage. Sono vivi il ricordo e la commozione per il vile attentato di via d’Amelio, in cui hanno perso la vita il giudice Paolo Borsellino e gli agenti Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi, Claudio Traina. Borsellino era un giudice esemplare: probo, riservato, coraggioso e determinato. Le sue inchieste hanno costituito delle pietre miliari nella lotta contro la mafia in Sicilia. Insieme al collega e amico Giovanni Falcone, Borsellino è diventato, a pieno titolo, il simbolo dell’Italia che combatte e non si arrende di fronte alla criminalità organizzata”. Questo l’appello lanciato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.