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Guerra: “Sulla settimana corta fuggono come su altri temi chiave. Quante falsità: le risorse ci sono”

“Non permetteremo a Giorgia Meloni di nascondersi sulla riduzione dell’orario di lavoro, come già ha fatto sul salario minimo, e non è vero che il problema sono le coperture”. Maria Cecilia Guerra, intervistata da La Repubblica, già ministra al Lavoro, ora responsabile del tema nella segreteria Pd, ha alle spalle una vita di trattative. Ma il modo in cui la destra punta ad affossare la settimana corta di lavoro la “indigna”.

Sulla settimana di lavoro corta la destra accusa la sinistra di non sapere affrontare la questione.

“Noi del Pd daremo il tormento alla premier e alla destra di governo che, come al solito, si butta alla macchia. La riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario è ineludibile. Serve a evitare che l’innovazione tecnologica e l’intelligenza artificiale si traducano in aumento della disoccupazione, e a garantire una migliore conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Il governo Meloni ha preso l’impegno di fare una proposta e non sfuggirà, noi la staneremo: i problemi dei cittadini non scompaiono con atti di codardia”, sottolinea.

Proviamo a riavvolgere il filo: non c’era una trattativa in corso tra opposizione e maggioranza? Non eravate a un passo dal traguardo? “Il governo ha seguito il copione di sempre: davanti a temi importanti e decisivi per il Paese non sa dare risposte. Scappa come con il salario minimo. In quel caso ha votato una finta legge delega che da 18 mesi è ferma al Senato. Da 18 mesi! La settimana di lavoro corta la rimanda in commissione alla Camera e là pensa di farla morire, dopo che 3 mesi fa il sottosegretario Claudio Durigon si era impegnato a presentare a gennaio una proposta su cui discutere”, spiega. E sull’accusa di drenare troppe risorse, Guerra smentisce: “abbiamo costruito una legge che non ha problemi di coperture perché prevede un tetto di spesa”.

La proposta delle opposizioni “prevede un sostegno in termini di decontribuzione parziale e temporanea per le imprese in cui si decida di sperimentare la riduzione di orario a parità di salario”, illustra l’esponente dem. Sul modello spagnolo, “inizialmente la riduzione dell’orario non sarebbe  imposta per legge” ma si darebbe sostegno alle realtà che vogliano sperimentarla. Guerra ricorda che alcune aziende, come Lamborghini e Banca Intesa, la stanno già adottando, ed è in discussione sul tavolo di rinnovi contrattuali come qullo dei metalmeccanici.

 

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