Guerra (PD): lavoro e salari tra le cinque priorità di Schlein per ridare dignità
“Fra le cinque priorità del programma per l’alternativa elencate da Elly Schlein, non poteva mancare quella relativa a lavoro e salari. Significa anche basta con pseudo contratti, che abbassano tutele e salari, firmati da sigle datoriali e sindacali non rappresentative. Significa anche basta con lavori in grigio, in cui sei in regola per due ore ma poi te ne chiedono dieci. Significa anche basta con minimi salariali sotto i 9 euro all’ora e con il caporalato nelle campagne e nelle fabbriche. Significa anche basata con la catena di appalti e subappalti utilizzata per ridurre diritti e salari, e con la presunta ineluttabilità della compressione delle retribuzioni nelle filiere dell’industria e dell’agricoltura, nella frammentazione contrattuale dei servizi e nella Pubblica amministrazione. Significa politiche di prevenzione e di controllo per la sicurezza sul lavoro. Significa politiche vere di formazione per accompagnare imprese e lavoratori nelle transizioni, ecologica e digitale. Significa un’organizzazione del lavoro che tenga conto delle esigenze di conciliazione di donne e uomini. Significa basta con il part time involontario e con tutte le forme di precarietà e sfruttamento che si celano dietro la parola flessibilità. Significa che non si possa più chiedere a una giovane donna che cerca lavoro se ha carichi familiari o vuole avere figli. Un programma insomma degno di una ‘Repubblica democratica, fondata sul lavoro”. Così in una nota Maria Cecilia Guerra, responsabile Lavoro nella segreteria PD.
“Fra le cinque priorità del programma per l’alternativa elencate da Elly Schlein, non poteva mancare quella relativa a lavoro e salari. Significa anche basta con pseudo contratti, che abbassano tutele e salari, firmati da sigle datoriali e sindacali non rappresentative. Significa anche basta con lavori in grigio, in cui sei in regola per due ore ma poi te ne chiedono dieci. Significa anche basta con minimi salariali sotto i 9 euro all’ora e con il caporalato nelle campagne e nelle fabbriche. Significa anche basata con la catena di appalti e subappalti utilizzata per ridurre diritti e salari, e con la presunta ineluttabilità della compressione delle retribuzioni nelle filiere dell’industria e dell’agricoltura, nella frammentazione contrattuale dei servizi e nella Pubblica amministrazione. Significa politiche di prevenzione e di controllo per la sicurezza sul lavoro. Significa politiche vere di formazione per accompagnare imprese e lavoratori nelle transizioni, ecologica e digitale. Significa un’organizzazione del lavoro che tenga conto delle esigenze di conciliazione di donne e uomini. Significa basta con il part time involontario e con tutte le forme di precarietà e sfruttamento che si celano dietro la parola flessibilità. Significa che non si possa più chiedere a una giovane donna che cerca lavoro se ha carichi familiari o vuole avere figli. Un programma insomma degno di una ‘Repubblica democratica, fondata sul lavoro”. Così in una nota Maria Cecilia Guerra, responsabile Lavoro nella segreteria PD.