Lavoro: Guerra (Pd), ipocrita riempirsi bocca con natalità mentre dilaga precarietà
” La storia della giovane lavoratrice della Fondazione Catis di Bologna, Giulia, di 23 anni, a cui non è stato rinnovato il contratto a tempo determinato perché ha appena avuto un figlio , ci fa capire quanta ipocrisia ci sia nel riempirsi la bocca della parola natalità e al tempo stesso favorire il dilagare della precarietà . Come ha fatto questo governo: nel caso del lavoro a tempo determinato (abolizione delle causali per legge e via libera alla contrattazione individuale); con l’allentamento dei limiti al contratto somministrato; favorendo fiscalmente il finto lavoro autonomo monocommittente; ampliando le possibilità di ricorso ai voucher. Precarietà e fecondità non stanno insieme: come dimostra anche una ricerca pubblicata nel Rapporto Inps del 2023, per le donne con un contratto a tempo determinato la probabilità di avere un figlio è più bassa di 2-3 punti percentuali rispetto a quelle con contratto a tempo indeterminato. Dai dati emerge anche che l e donne in età fertile, sono discriminate dalle imprese nell’accesso al tempo indeterminato . In sintesi: vengono assunte a tempo determinato per poterle lasciare a casa tranquillamente dovessero mai avere un figlio. Come è successo a Giulia” . Così su X Maria Cecilia Guerra, responsabile Lavoro nella segreteria Pd.
” La storia della giovane lavoratrice della Fondazione Catis di Bologna, Giulia, di 23 anni, a cui non è stato rinnovato il contratto a tempo determinato perché ha appena avuto un figlio , ci fa capire quanta ipocrisia ci sia nel riempirsi la bocca della parola natalità e al tempo stesso favorire il dilagare della precarietà . Come ha fatto questo governo: nel caso del lavoro a tempo determinato (abolizione delle causali per legge e via libera alla contrattazione individuale); con l’allentamento dei limiti al contratto somministrato; favorendo fiscalmente il finto lavoro autonomo monocommittente; ampliando le possibilità di ricorso ai voucher. Precarietà e fecondità non stanno insieme: come dimostra anche una ricerca pubblicata nel Rapporto Inps del 2023, per le donne con un contratto a tempo determinato la probabilità di avere un figlio è più bassa di 2-3 punti percentuali rispetto a quelle con contratto a tempo indeterminato. Dai dati emerge anche che l e donne in età fertile, sono discriminate dalle imprese nell’accesso al tempo indeterminato . In sintesi: vengono assunte a tempo determinato per poterle lasciare a casa tranquillamente dovessero mai avere un figlio. Come è successo a Giulia” . Così su X Maria Cecilia Guerra, responsabile Lavoro nella segreteria Pd.
Roma, 10 novembre 2024