Gentile direttore, ho letto oggi (ieri, ndr) l’articolo pubblicato su II Tempo a firma di Dario Martini relativo alle prossime primarie del Partito democratico. Non è mia intenzione, ovviamente, contestare le tesi da lei esposte, ma mi corre l’obbligo di segnalare alla sua attenzione alcune imprecisioni relative ai «numeri» da lei citati nell’articolo.
Gli iscritti 2016 sono, come si evince dalle certificazioni appena concluse a livello provinciale, 450.152 (405.000 che era un dato provvisorio senza conteggio degli iscritti online e degli iscritti ai Giovani Democratici). Gli iscritti durante la segreteria Bersani erano molto meno di quelli indicati nell’articolo: nel 2012, ultimo anno della sua segreteria, furono 467.045; numero che lievitò nel 2013, anno del congresso, a 535.959 a causa del fatto che, con deroga regolamentare, si consentì l’iscrizione fino al giorno del voto nei circoli (deroga che, sulla base delle polemiche esplose allora, si è deciso di non ripetere quest’anno). Gli altri numeri, i “mitici” 850.000 iscritti nel 2008, non sono sostenuti da alcuna certificazione e, francamente, sembrano molto improbabili (basti pensare che nel 2005, ultimo congresso dei DS votarono in 198.000 su un totale di iscritti di circa 500.000….).
Dopodiché non mi sottraggo certo alla riflessione sulla modifica della natura della militanza nei partiti o sulla diminuzione dei loro iscritti ma credo che tale riflessione debba partire da alcuni dati oggettivi:
1) la crisi della rappresentanza, non solo dei partiti
2) il rapporto tra numero degli iscritti e numero degli elettori che si è modificato in questi anni a favore dei secondi
3) il dato degli iscritti nei partiti in tutta Europa (solo CDU e SPD hanno più iscritti in Europa del PD)
4) il dato oggettivo che, se 450.000 iscritti al PD sono considerati “modesti”, vorrei capire come si considerano i dati degli iscritti degli altri partiti italiani (e tralascio ogni considerazione sul fatto che il PD è l’unico partito che i congressi li celebra…).
Mi scuso per la lunghezza di questa mia lettera, la ringrazio per l’attenzione che vorrà dare ad essa e le auguro buon lavoro.