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Guerini: primo successo, ora avanti con la mobilitazione di tutto il partito

Intervista a Lorenzo Guerini vicesegretario del PD, su l’UnitĆ .

Inizia adesso la vera sfida per il Pd. Incassate le oltre 500mila firme per il referendum, bisogna centrare l`Obiettivo, quello con la Ā«OĀ» maiuscola: l`appuntamento d`autunno a cui non guarda soltanto Palazzo Chigi, perchĆ© quella costituzionale resta la madre di tutte le riforme, come l`ha definita Matteo Renzi, ma anche Bruxelles, come test sull`affidabilitĆ  di un Paese che ha promesso in Europa un pacchetto di riforme massiccio.
Il vicesegretario dem, Lorenzo Guerini, ha messo in moto la macchina organizzativa e quella diplomatica.

Guerini primo obiettivo centrato. Il SƬ ha raccolto le firme necessarie. Adesso perĆ² bisogna vincere il referendum.

Ā«Vero, primo obiettivo centrato. Ma non ĆØ un obiettivo banale: ĆØ stato possibile raggiungerlo grazie all`impegno di tanti militanti del Pd che hanno organizzato banchetti sul territorio, volontari dei Comitati, dirigenti, che voglio ringraziare.
Ed ĆØ un passaggio che dĆ  slancio anche alla campagna referendaria. Adesso si
tratta di continuare la mobilitazione di tutto il partito per l`ultima tappa di un percorso che ĆØ stato caratterizzato da un lungo dibattito nel Pd e in Parlamento. Noi abbiamo seguito il solco di una impostazione avviata con l`Ulivo prima e il nostro partito poiĀ».

I<strong> sondaggi dicono, ancora una volta, che sono proprio gli indecisi a poter
farela differenza. Come li convincerete?

Ā«Dobbiamo spiegare il merito di questa riforma. Non si tratta di decidere nĆ© le sorti del governo nĆ© di dare un voto pro o contro Renzi: siamo di fronte alla possibilitĆ  di approvare una riforma costituzionale che consente di avere un sistema istituzionale piĆ¹ efficace, un procedimento legislativo piĆ¹ efficiente e di regolare meglio i rapporti tra Stato e RegioniĀ».

Lei dice di entrare nel merito ma le opposizioni ormai ne hanno fatto un`oc-
casione per dare una spallata al governo
.

Crede sia possibile riportare il confronto sui contenuti?
Ā«Trasformare una presa di responsabilitĆ  da parte del presidente del Consiglio in un referendum pro-econtroRenzi ĆØ un`operazione sbagliata, una strumentalizzazione da parte di chi non ha argomenti a sostegno del No. Noi stiamo cercando di riportare il dibattito sul merito.

Non siamo di fronte a due proposte diverse di cambiamento ma di fronte alla
possibilitĆ  di cambiare la Costituzione nella sua parte seconda, abolendo enti inutili, regolando i rapporti tra Stato e Regioni, superando il Bicameralismo perfetto, oppure di lasciare tutto come ĆØ. Il No a questa riforma significa interrompere il cambiamento rimandando tutto a chissĆ  quando. Chi sostiene che basterebbe poco tempo per fare un`altra riforma mente sapendo di mentireĀ».

Sul tavolo resta il tema dello spacchettamento dei quesiti. ƈ un`ipotesi percorribile?
Ā«Non ci siamo posti con ostilitĆ  di fronte a questa ipotesi, ma dal punto di vista giuridico sembra molto complicato applicarla. Ci rimettiamo a quanto decideranno gli organi competentiĀ».


Debora Serracchiani ha detto che bisogna rafforzare la segreteria del Pd. ServirĆ  a far funzionare meglio la macchina?

Ā«Il tema della segreteria ĆØ giĆ  presente nell`agenda del Pd, ci sono persone che hanno avuto altri incarichi e vanno sostituite. Penso che la campagna referendaria sia un obiettivo cosƬ importante che non puĆ² essere solo della segreteria, deve vedere tutto il partito, nessuno escluso, impegnato sui territoriĀ».

Anche la minoranza Pd?
Ā«La minoranza del Pd ha votato questa riforma dopo una lunga discussione tra
di noi e in Parlamento. Troverei singolare vedere chi ha votato il testo non partecipare alla campagna per I1 Si. Poi, ovvio, in un grande partito come il nostro possono esserci singole posizioni personali di contrarietĆ , ma questo non vuol dire che ci sia una posizione politica del Pd.
Questo ĆØ un testo coerente con la cultura istituzionale espressa dall`Ulivo prima e dal Pd poiĀ».

C`ĆØ chi vede in questo referendum un rischio Brezit. C`ĆØ da temere, nel caso di vittoria del No, un contraccolpo in Europa?
Ā«Non sono per la drammatizzazione perchĆ© credo che il voto dei cittadini debba essere un voto sereno e maturo e non condizionato da fattori esterni, ma certo ĆØ che rispetto alla capacitĆ  del Paese di portare a termine un percorso di cambiamento istituzionale, spesso annunciato e mai realizzato, si misura anche un pezzo della credibilitĆ  dell`Italia. CredibilitĆ  che abbiamo riacquisito con la stagione delle riforme inaugurata da questo governo e che troverĆ  nella conclusione del lungo iter del ddl Boschi
una ulteriore confermaĀ».

Secondo alcuni retroscena sia la maggioranza che la minoranza del Pd guardano a Silvio Berlusconi come possibile alleato per le rispettive battaglie politiche. E sullo sfondo c`ĆØ sempre l`Italicum. Si andrĆ  ad una modifica?
Ā«Salto il retroscena e arrivo al punto. Noi abbiamo una legge elettorale che si pone l`obiettivo di garantire rappresentanza e stabilitĆ . Una legge non ancora testata ma che secondo noi funziona. Detto questo, se il Parlamento ha i numeri per cambiarla, la cambiĀ».

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