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Guerini: “Dagli ospedali ai controlli: l’aiuto dei militari aumenterà”

Ministro Lorenzo Guerini, il decreto approvato coinvolge anche la Difesa.

«Sì. Ma innanzitutto mi faccia dire una cosa: gli italiani possono contare sul fatto che le forze armate sono pronte a fare la loro parte come già stanno facendo lì dove c’è bisogno».

 

Tornando al decreto…

«Con questo decreto implementiamo gli sforzi che le forze armate e complessivamente la Difesa stanno già realizzando per dare il loro contributo nel fronteggiare l’emergenza del coronavirus. Questo provvedimento consente di procedere all’arruolamento straordinario di personale sanitario militare temporaneo e all’acquisto di materiale per trasporto malati in bio-contenimento, e fornisce ulteriori strumenti alle industrie della Difesa per la produzione di materiali utili, come ad esempio i disinfettanti. Però c’è da dire che il decreto è un pezzo di un lavoro molto più ampio che le forze armate stanno già facendo».

 

Quale?

«C’è il settore più prettamente sanitario in cui abbiamo già impegnati in questo momento in Lombardia 120 tra medici e infermieri militari. Gli ultimi sono quelli inviati l’altra sera a Bergamo. A questi si aggiungeranno dai prossimi giorni altri medici e infermieri che andranno a Piacenza. Di volta in volta avremo altro personale sanitario militare che verrà utilizzato a seconda della necessità. Aggiungo che abbiamo deciso di affiancare anche nuove forze che verranno assunte in via temporanea con il decreto per fronteggiare l’emergenza. Infine, ad oggi, abbiamo utilizzato 6 tra le strutture che abbiamo reso disponibili, dove ospitiamo i pazienti in osservazione. Sono altresì impiegati 4 elicotteri in biocontenimento e alcune ambulanze».

 

Perché non ospedali da campo?

«Abbiamo già a disposizione ospedali da campo a cui con il decreto ne abbiamo aggiunti altri due. Verranno utilizzati all’occorrenza. Al momento abbiamo installato, dove necessario, tende per il triage dei pazienti, per aiutare il lavoro dei pronto soccorso».

 

Questo è il settore sanitario, poi ci sono i compiti di polizia su cui ci sono state delle obiezioni.

«Le forze armate svolgono un lavoro di ausilio alle forze di polizia quando ci viene richiesto per situazioni particolari. Come la gestione del controllo delle zone rosse, dove abbiamo impiegato i nostri militari per coadiuvare le forze di polizia nel controllo del territorio e del rispetto delle ordinanze. Il contingente di «Strade sicure» conta oltre settemila militari, ma possiamo utilizzare anche altre forze che sono a disposizione per le esigenze che dovessero sorgere, che sono prima verificate a livello territoriale, dai prefetti, e poi a livello centrale dal dipartimento di pubblica sicurezza. Ci sono procedure precise e trasparenti per l’impiego delle forze armate. Che, vorrei ricordare, lavorano con professionalità e dedizione. E credo che vadano ringraziati tutti: forze di polizia e militari. Come vanno ringraziati per il loro grande sacrificio gli operatori sanitari civili e militari».

 

Ministro Guerini, lei è di Lodi e ha vissuto l’emergenza dall’inizio: il governo non ha commesso nessun errore? Prima ha varato un decreto per fronteggiare la diffusione del virus, poi un altro, quindi un terzo…

«Ci siamo confrontati con uno scenario completamente nuovo, adottando misure emergenziali per fronteggiare un virus in continua evoluzione. Abbiamo fatto scelte un po’ dure. Ne abbiamo consapevolezza, ma sono state scelte necessarie perché la priorità assoluta del governo è stata la tutela della salute dei nostri concittadini. E il fatto che ormai tutti gli altri Paesi stiano seguendo la nostra esperienza dimostra che le nostre sono state scelte corrette, assunte sulla base delle indicazioni della comunità scientifica. Certo, queste misure per essere efficaci hanno bisogno della collaborazione a tutti i livelli istituzionali e anche tra maggioranza e opposizione, che credo si sia sostanzialmente realizzata. In secondo luogo c’è bisogno della compartecipazione dei cittadini, che hanno risposto con grande responsabilità. Sanno che questi sacrifici sono per la tutela della loro salute e dei propri cari».

 

Quanto durerà il «lockdown»?

«Fino a quando sarà necessario, sulla base dei risultati auspicati. Gli effetti delle misure prese sono monitorati quotidianamente. Mi lasci dire che il nostro Paese sta dando una grande prova. I sacrifici di oggi avvicinano la ripartenza di domani».

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