Onorevole Gualtieri, la Commissione Ue ha dato il via libera alla manovra 2019 approvata dal Parlamento: il confronto con l’Europa è finito?
«La procedura sul debito italiano è stata evitata ma i problemi sono solo rimandati visto che Salvini e Di Maio con questa Legge di bilancio lasciano in eredità al Paese un buco da almeno 32 miliardi». Roberto Gualtieri presiede da cinque anni la commissione Affari economici del Parlamento europeo, l’organo al quale tra le altre cose è affidato il controllo democratico sul lavoro dei commissari Ue che si occupano di conti pubblici, Dombrovskis e Moscovici, e del presidente della Bce, Mario Draghi. Con loro per ragioni istituzionali l’esponente del Pd da anni pontiere ombra tra Roma e Bruxelles si consulta regolarmente.
«Per arroganza e incompetenza ricorda il governo ha fatto un colossale pasticcio costato caro all’Italia sui mercati. Prima hanno festeggiato al balcone, poi quando hanno capito che rischiavano procedura Ue e crisi finanziaria hanno fatto marcia indietro riconoscendo di avere presentato stime irrealistiche e dimezzando la manovra con tagli da 10,2 miliardi. Tra l’altro con scelte pessime che pur di far partire reddito di cittadinanza e quota 100 prima delle europee hanno colpito investimenti, pensioni e assunzioni. Per non parlare dei 2 miliardi di tagli aggiuntivi pudicamente definiti “accantonamenti”. Scelte che non possono essere imputate alla Commissione Ue, che pur avendo concesso 15 miliardi di flessibilità dopo una discussione interna ha deciso di dare indicazioni solo sui saldi e non sulle specifiche misure».
Ora come saranno i rapporti tra Europa e Italia?
«Il governo ha comprato ossigeno fino alle europee rinviando i problemi di qualche mese, visto che per il 2020 dovrà trovare almeno 32 miliardi».
Come arriva a questa cifra?
«Per finanziare a regime le sue misure il governo ha alzato di 9 miliardi le clausole di salvaguardia per il 2020, portandole a 23 miliardi. Se non coprirà questo buco, Iva e accise saliranno drasticamente. Se lo coprirà, contagli o nuove tasse, comunque metterà a segno una correzione del deficit strutturale appena dello 0,1%, ovvero di 1,8 miliardi».
E dunque?
«Entro aprile il governo notificherà a Bruxelles il Def con la correzione strutturale dello 0,1%. Ma a maggio la Commissione pubblicherà le raccomandazioni per l’Italia con richiesta di correzione dello 0,6% per far calare il debito, cioè 10,8 miliardi, 9 al netto delle clausole di salvaguardia. Intervento che questa volta non potrà beneficiare di molta flessibilità visto che Salvini e Di Maio se la sono bruciata pressoché tutta per la manovra attuale. Peraltro i dati potrebbero peggiorare alla luce delle previsioni economiche di primavera. Dunque per il 2020 tra clausole e riduzione del deficit si partirà da un buco di almeno 32 miliardi».
E a quel punto cosa accadrà?
«Le raccomandazioni della Commissione saranno approvate dall’Ecofin a luglio. A quel punto a settembre con la revisione del Def si tornerà da capo: il governo dovrà correggere l’intervento in vista della manovra 2020 oppure rivivremo lo scontro appena archiviato, ma con cifre ancora maggiori».
Salvini confida di vincere le europee e cambiare l’Europa.
«Se anche Salvini dovesse ottenere un buon risultato, le regole Ue non muteranno. Anzi, le politiche rischieranno di peggiorare visto che proprio tra i suoi alleati figurano i rigoristi più intransigenti. D’altra parte chi più di tutti fino ad oggi ha garantito flessibilità siamo stati noi del Pd e i socialisti europei, come il commissario Moscovici».