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Salva-Stati, Gualtieri: “Italia al sicuro, niente rischi”

Ministro Gualtieri, davvero il meccanismo salva-Stati (il Mes) mette a rischio la fiducia sui titoli di Stato italiani?

«L’unica cosa che danneggia l’Italia sono le polemiche pretestuose della Lega e dei suoi alleati. La propaganda di questi giorni è surreale: perché Salvini non ha detto nulla a dicembre quando sono state definite e annunciate tutte le linee portanti della riforma? O nei mesi successivi in cui si è svolto il negoziato che ha portato al testo pubblicato a giugno? Sapevano ogni cosa perché ne avevano discusso in Consiglio dei ministri e in Parlamento. Si sono disinteressati completamente di cose che oggi descrivono come sciagure».

 

Che cosa cambia la riforma del Mes?

«La riforma del Mes non introduce alcuna novità problematica e non presenta nessun rischio per l’Italia che non ha e non avrà bisogno di chiedere il sostegno del Mes, in quanto il paese è solido. Ma sostenere adesso che non lo si vuole più significa voler privare il Paese dell’ombrello della Bce, perché il Mes è indispensabile per attivare il famoso ‘bazooka’ introdotto da Draghi. La verità è che Salvini e la Meloni sono contro il Mes perché vogliono portarci fuori dall’euro. Ma noi non gli permetteremo di rovinare l’Italia».

 

Dopo iI taglio della plastic tax, lei ha lanciato un piano nazionale per la plastica sostenibile In accordo con le imprese: incentivi, ricerca, riconversione industriale. Come funziona?

«C’è una grande emergenza ambientale che riguarda anche lo smaltimento della plastica. Non possiamo gridare al pericolo quando vediamo le condizioni dei nostri mari che ne sono invasi e poi fare finta di niente: ce lo chiedono a gran voce i milioni di giovani scesi in piazza in tutto il mondo. Il Piano sarà una grande operazione collettiva con cui accompagnare e coordinare, in raccordo con gli enti territoriali, le parti sociali e il mondo della ricerca, le politiche e le azioni tese a ridurre lo spreco e l’abuso di plastica monouso, a promuovere il riciclo e il riuso, a sostenere lo sviluppo e l’innovazione della nostra filiera produttiva, una delle più importanti in Europa. È un’operazione molto ambiziosa che considero fondamentale per il futuro ambientale del Paese».

 

Assomiglia al piano dell’Emilia-Romagna: quanto ha inciso nel cambiamento della plastic tax il governatore Bonaccini?

«Il presidente Stefano Bonaccini è stato il primo a varare per la sua regione un piano del genere, a cui anche noi vogliamo ispirarci. L’esempio dell’Emilia-Romagna è importante, così come la consapevolezza che è necessario prepararsi per tempo alle nuove norme europee che imporranno comunque un cambio di passo. Tutto ciò è nell’interesse dell’ambiente e anche dei nostri produttori. Dal dialogo con loro e con le categorie sociali, e grazie alla forte spinta e anche alle critiche di Bonaccini, è scaturita l’idea del piano e di una modifica profonda della norma in bilancio, che riduce l’imposizione di circa il 70% ed esclude completamente la plastica riciclata e tutti i dispositivi medici e gli imballaggi di medicinali. Abbiamo anche costituito un tavolo permanente per monitorarne l’attuazione».

 

Quanto investirete nel Piano?

«Nella legge di Bilancio all’articolo 79 abbiamo già previsto robusti crediti di imposta rispettivamente per la riconversione produttiva e per la formazione connessa al correlato adeguamento tecnologico. Anche la norma relativa ad Industria 4.0 contiene un credito d’imposta nella misura del 10% per le imprese che realizzano progetti ambientali, che includono beni strumentali nuovi acquistati dal gennaio 2017. Ma col Piano sulla plastica sostenibile vogliamo canalizzare risorse aggiuntive nazionali ed europee, nel quadro del Green new deal che lanciamo con la manovra e che è al centro del programma della nuova Commissione europea».

 

Dove si trovano le risorse per ridurre la plastic tax e rimodulare il sussidio per le auto aziendali?

«Anche sulle auto aziendali abbiamo scelto di seguire la logica dell’incentivo, aumentando l’attuale beneficio fiscale per le auto a bassissime emissioni, riducendolo solo per quelle super inquinanti, e salvaguardando comunque tutti i contratti esistenti. Nessuno avrà un aumento di tasse di un solo euro. La copertura complessiva necessaria, circa un miliardo e cento, è già stata individuata e non richiederà alcuna nuova imposta né maggiore deficit».

 

Risparmio sullo spread e lotta all’evasione possono generare risorse aggiuntive?

«Siamo fiduciosi che con l’approvazione della manovra avremo un’ulteriore riduzione dello spread che potenzialmente può liberare risorse ancora maggiori di quelle già recuperate dal momento della formazione del nuovo governo. Al tempo stesso i dati molto positivi sulle entrate ci dicono che l’impegno del governo di contrasto all’evasione e per la promozione dei pagamenti elettronici potrà generare risorse molto superiori ai 3,2 miliardi che abbiamo stimato nella legge di bilancio».

 

Una boccata di ossigeno: servirà per ridurre le tasse?

«Tutto questo ci consentirà di realizzare nel corso del 2020 una organica riforma fiscale per ridurre le tasse ulteriormente dopo l’intervento importante sul cuneo fiscale che già realizziamo con la manovra. Questo governo non intende limitarsi a saldare il conto del Papeete e scongiurare l’aumento dell’Iva, ma realizzerà riforme profonde per rimettere in moto l’Italia, rilanciandone la crescita, la coesione e l’equità».

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