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Gualtieri: “Evitata la crisi dell’euro, ora nuovi interventi per le imprese”

Ministro Gualtieri, i 750 miliardi di euro di interventi decisi dalla Bce sono sufficienti?

«La Banca centrale europea – risponde il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri – ha varato un intervento poderoso, che porta a 1.120 miliardi le risorse disponibili, e chiarisce in modo inequivoco che il programma di acquisto titoli sarà gestito in modo flessibile nel tempo e tra i Paesi, e ove necessario potrà essere ulteriormente incrementato. In questo modo non solo si è assicurato il corretto funzionamento dei mercati finanziari, ma si è mandato un messaggio molto chiaro. Nessuno può dubitare della tenuta dell’euro e della capacità di risposta delle istituzioni dell’Unione. Questa è una risposta all’altezza della sfida. Chiunque minacci la frammentazione dell’Europa, sa che la Bce è determinata a proteggerne l’unità. E tuttavia dobbiamo sapere che la politica monetaria da sola non basta».

Cos’altro serve?

«Grazie alla possibilità di utilizzare in modo anticipato e flessibile i fondi comunitari, disponiamo già di diversi miliardi di risorse europee per prolungare le misure del decreto. Adesso dobbiamo avere il coraggio di mettere in campo una politica di bilancio comune e coordinata capace di sostenere lo sforzo dei nostri sistemi sanitari, di affrontare adeguatamente l’impatto economico della crisi e di gettare le basi per un rilancio della crescita e del nostro modello sociale mobilitando le risorse necessarie. Sapendo che sìano di fronte a uno shock simmetrico, che riguarda tutti, e che quindi occorre usare gli strumenti di cui disponiamo in modo innovativo, per esempio prevedendo l’emissione di titoli europei utilizzabili da ciascun Paese alle medesime condizioni, che devono riguardare il contrasto al coronavirus e alle sue conseguenze economiche».

Le imprese lamentano che la sospensione delle imposte e dei contributi è solo momentanea e vorrebbero che i versamenti di questi mesi fossero cancellati anziché rinviati. Si può fare?

«Con la cassa integrazione straordinaria e in deroga, la moratoria su prestiti e mutui e le altre misure sulla liquidità forniamo un forte sostegno alle imprese per affrontare la crisi senza distruggere la loro capacità produttiva. Per quanto riguarda il fisco, oggi tocchiamo con mano come le entrate fiscali siano necessarie a difendere la nostra comunità, a finanziare la ricerca, la sanità, la protezione civile, tutto quello che ci aiuterà a superare questo periodo difficile. Tuttavia sappiamo bene che quando un Paese si ferma, per le imprese e per i cittadini rispettare le scadenze fiscali può essere impossibile. Per questo abbiamo innanzitutto rinviato i pagamenti di marzo il saldo iva del 2019 e contributi e ritenute per febbraio 2020 per cittadini e imprese fino a 2 milioni di fatturato e per le imprese dei settori più colpiti. Ad aprile potremo calibrare meglio gli interventi anche di ristoro, in favore di chi ha subito cali di fatturato o fermo delle attività».

Dalle opposizioni piovono critiche al governo: decreto insufficiente e pasticciato. Teme che non lo voteranno?

«Penso che varare un provvedimento di questa portata e ampiezza in pochi giorni, che oltre a garantire le risorse necessarie al sistema sanitario estende gli ammortizzatori sociali a tutti i lavoratori dipendenti, offre un sostegno al reddito a tutti gli autonomi, garantisce liquidità alle famiglie e alle imprese, sia stato un risultato straordinario. Auspico che le opposizioni, con cui c’è stato un dialogo positivo che ha portato ad accogliere diverse loro proposte, continuino ad interloquire con il governo in modo costruttivo, mantenendo la dialettica entro confini accettabili».

Ci potranno essere modifiche in Parlamento?

«Siamo pronti a discutere possibili miglioramenti sapendo che il decreto usa tutte le risorse messe a disposizione dal Parlamento. Trovo invece del tutto inappropriati i toni di chi fortunatamente solo alcuni usa la demagogia in un momento difficile come questo. Siamo di fronte a una tragedia dalle proporzioni devastanti, la Lombardia e il Paese stanno pagando un prezzo in vite umane che ogni giorno ci fa stringere il cuore. Prego tutti di abbassare i toni e avere senso dello Stato. Abbiamo ciascuno il dovere, il governo per primo, di dare il massimo per aiutare gli italiani a partire da chi è in prima linea».

Lei ha detto di voler estendere anche alle medio-grandi imprese le misure per la liquidità previste per le pmi. Di cosa si tratta?

«Alla luce delle nuove regole europee sugli aiuti di Stato adottate l’altro ieri sera, vareremo ulteriore misure per fornire garanzie e finanziamenti agevolati a supporto di medie e grandi imprese. Sarà un intervento significativo, che abbiamo già predisposto in un comma del decreto».

La gran parte dei sostegni contenuti nel decreto richiedono circolari Inps e altri atti applicativi. E ci sono preoccupazioni sul fatto che le risorse possano essere insufficienti e che il meccanismo del click-day non consenta a tutti i beneficiari di ricevere gli indennizzi.

«Il click day è una fake news. Quello che intendeva dire l’Inps è che la procedura per i 600 euro, così come quella per il congedo parentale e il voucher baby sitter, sarà semplice ed accessibile a tutti e basterà un click per ottenere le prestazioni. Le risorse stanziate sono adeguate ad assicurare il beneficio a tutta la platea dei lavoratori autonomi, compresi quelli degli ordini professionali. Chi ha fatto calcoli sulla base degli stanziamenti sulle singole voci non sa che il decreto prevede un meccanismo di vasi comunicanti fra i diversi fondi».

Per ora la cassa integrazione è per un massimo di nove settimane e i 600 euro agli autonomi per il mese di marzo. Ha già anticipato che ad aprile questi strumenti verranno, se necessario, prorogati. I 600 euro potrebbero però essere legati a requisiti di reddito o di perdita dei ricavi. Ci può spiegare meglio?

«Vista l’urgenza, il decreto di marzo ha previsto benefici per tutti senza specifici requisiti. Ritengo utile ragionare per il decreto di aprile all’identificazione di meccanismi che ci consentano di rendere più efficace la misura identificando con maggiore precisione i soggetti che vanno effettivamente sostenuti, il che potrebbe anche consentire di rafforzare l’indennità».

Ritiene ci sia il rischio che parte dei soldi vada sprecata?

«Ovviamente ci aspettiamo che chi ha redditi molto alti o sta continuando a lavorare, e quindi non ha bisogno del beneficio, non ne faccia domanda. Io sono fiducioso che gli italiani, come già stiamo fatendo tutti in questi giorni, daranno una grande dimostrazione di responsabilità e senso di appartenenza alla comunità nazionale. Siamo diventati un modello sia nella gestione dell’emergenza sanitaria sia nella gestione delle sue conseguenze economiche, credo che potremmo diventare un modello anche sul piano dei comportamenti e dell’etica pubblica».

C’è qualcosa che già oggi si può cominciare a fare per rimettere in moto l’economia?

«Per far ripartire l’economia la priorità assoluta è fermare il contagio. Dobbiamo assicurare che dall’onda di questa crisi non venga spazzato via e sia preservato e rilanciato l’enorme patrimonio di competenze e la capacità produttiva del nostro sistema industriale, che andrà sostenuto e accompagnato in questa fase. Stiamo lavorando non solo al rilancio degli investimenti e allo snellimento delle procedure, ma anche alla definizione di strumenti inediti di sostegno finanziario per assicurare la stabilità delle nostre imprese e tutelare gli asset strategici del paese».

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