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Gori: “Il Pd smetta di portare acqua ai 5S”

«Non tifo perché cada il governo Conte, ma il Pd non può sottostare alle “bandierine” dei 5Stelle. Il taglio dei parlamentari poi è una bandierona populista: una vittoria per Di Maio e noi saremo i portatori d’acqua».

 

Giorgio Gori, dem, sindaco di Bergamo, una delle città martoriate dal Covi d, è per fare i fatti: il Mes tanto per cominciare, perché la sanità ha bisogno di soldi, portando anche la gente in piazza, se 5S e premier nicchiano ancora.

Sindaco Gori, lei è sempre saldamente per il No al taglio dei parlamentari?

«Per il No, con piena convinzione. E un orientamento che sta crescendo nella base del Pd. Anche se certo .s,incerà il Sì, che fa leva sull’anti politica e ha purtroppo facile presa trai cittadini».

Però il No è anche “la clava” definizione del segretario del suo partito, il Pd, Nicola Zingaretti – per dare il colpo di grazia al governo Conte? “Bizantinismi e furbizie” puntano a disarcionare il premier e la maggioranza giallo-rossa?

«Prodi, Cuperlo, Barca, Tronfi, Castagnetti, Violante, 200 costituzionalisti… sono tutti “bizantini” per il No e per mettere in difficoltà il governo? Non credo proprio! Mi pare un errore politicizzare il referendum costituzionale, lo stesso fatto nel 2016.11 si al taglio dei parlamentari alle Camere è stato un ripensamento del Pd, che dopo tre no convinti ha cambiato idea perché forzato dai SStelle, ch e hanno posto il taglio come condizione per fare il governo. Se avessimo tenuto il punto sul no il governo non sarebbe nato? Qualche dubbio ce l’ho».

Ma lei vuole un governo nuovo, magari tecnico con Draghi o un Conte tris? Perché Zingaretti chiede di uscire dalle ambiguità.

«Io vorrei che il governo facesse ciò che serve per fronteggiare le difficoltà del Paese. Che si vedesse di più il segno del Pd nell’azione del governo: quello che è riuscito a Salvini nell’esperienza gialloverde e che il Pd fa fatica ad ottenere».

I Dem soccombono ai grillini?

«Sto dicendo che all’attivo del Conte bis, oltre alla gestione del Covid, c’è una cosa importante e cioè il rapporto rinsaldato con l’Europa, in forza del quale abbiamo ottenuto le risorse del Re covery Fund. Ma sull’altro piatto della bilancia ci sono troppe bandierine dei 5S. Il 21 settembre con la vittoria del Sì al taglio dei parlamentari ci sarà una bandierona che gonfieràl e vele ai populisti. Vincerà Di Mato, e noi saremo i portatori d’acqua».

Cosa manca al Pd? Per la leadership di Zingaretti è a rrivata la resa dei conti?

«Nessuna resa dei conti. Ho sollecitato un congresso per rendere trasparente il confronto tra le due linee: chi sostiene che la collaborazione con i 5S sia soltanto tattica, e chi insiste sul carattere strutturale dell’alleanza. La leadership viene dopo».

Però ritiene che la rotta del partito debba cambiare?

«Dobbiamo ritrovare l’orgoglio del Pd e batterci per la nostra agenda. Da quando il Conte bis è partito abbiamo abbozzato in troppe occasioni, a cominciare dal taglio dei parlamentari. Abbiamo detto sì con la promessa di forti correttivi. Bene, dove sono? L’accordo non è stato mantenuto dai 5Stelle. Un passaggio della legge elettorale in commissione non garantisce nessunaapprovazione. E se la combinazione tra taglio e maggioritario o è un “pericolo perla democrazia”, non è certo una legge ordinaria, che si cambia in 5 minuti, a metterci in sicurezza. Ma i cedimenti sono anche altri: dai decreti sicurezza Salvini che sarebbero già dovuti cambiare, alle norme sulle intercettazioni e la cancellazione della prescrizione e quota100 che sono sempre alle storture del reddito di cittadinanza, a una visione economica che finisce col gonfiare il debito mentre occorre rimettere in moto la macchina produttiva del Paese che tenga in primo piano – come sollecitato da Draghi – i giovani. Che succede poi sul Mes? Zingaretti si è speso molto, ma non si vedono passi avanti».

Invece cosa dovrebbe fare il Pd per ottenere il Mes?

«L’autunno porterà difficoltà. A partire dal fronte sanitario, che negli ultimi anni ha subito un definanziamento importante, di circa 37 miliardi di euro. P, un caso, ma è la stessa cifra cui accederemmo col Mes. Se i 5Stelle e il premier Conte continuano a nicchiare, sul Mesil Pd dovrebbe chiamare gli italiani a una grande mobilitazione».

Regionali. Il risultato influirà sul governo e anche sul Pd?

«I cittadini campani votano De Luca non Conte, i liguri o i pugliesi scelgono chi governa la Regione. Terrei separati il piano politico e il voto regionale e amministrativo».

Ma Conte potrebbe risultare indebolito, non crede? Già alla Camera è stato necessario mettere la fiducia sul provvedimento sugli 007 e 28 grillini non hanno votato.

«Vedo fibrillazioni trai 5S e nel loro rapporto con Conte. Certo non sono i sostenitori del No al referendum che metteranno in difficoltà Conte, casomai sono altri».

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