Di seguito un estratto delle interviste ad Anna Rossomando e a Walter Verini edite da Il Mattino e La Repubblica.
“Il Pd condivide i principi e crede in questa riforma della giustizia che ha contribuito a scrivere. I processi non possono durare all’infinito: servono risorse, uomini e mezzi. Avremo disponibilità finanziarie per tre miliardi sul comparto giustizia, i processi devono avere tempi certi e ragionevoli a garanzia dei principi dello Stato di diritto. Bisogna evitare di agitare la giustizia come un’arma in una guerra politica o come una bandierina ideologica.
Così la Senatrice Anna Rossomando, Vicepresidente del Senato e Responsabile Giustizia del Pd in una intervista di Lorenzo Calò a Il Mattino.
“I principi cardine irrinunciabili per il Pd sono: tempi ragionevoli per la celebrazione dei processi penali, spingere sui riti alternativi, puntare sulla giustizia riparativa nella quale crediamo molto, un forte impulso alle pene alternative alla detenzione”.
“Auspico l’approvazione entro l’estate.
La soluzione migliore è quella che trova condivisione nella maggioranza e la ministra Cartabia è fortemente impegnata su questo”.
“Serve una grande innovazione organizzativa, bisogna implementare la digitalizzazione degli uffici per migliorare nel complesso la qualità dei servizi”.
Sul nodo Csm la senatrice chiude “Le nostre proposte di riforma del Csm sono molto incisive e vanno ben oltre la semplice modifica dei meccanismi elettorali, è pronto un intervento normativo per l’istituzione di un’Alta Corte competente in grado di appello sui provvedimenti disciplinari nei riguardi dei magistrati”.
Anche Walter Verini, Tesoriere del Pd, si esprime sul tema della riforma della giustizia in una intervista su La Repubblica ed esordisce come la Senatrice Rossomando: “La legge va approvata alla Camera prima della pausa di Ferragosto. L’apertura di Letta è un sostegno alla riforma Cartabia nella quale ci riconosciamo. Sono sufficienti alcune modifiche nella scrittura materiale degli emendamenti per evitare che alcuni reati gravi restino senza esito processuale”.
A chi trova parallelismi con il processo breve di Berlusconi, Verini risponde: “Sono cose radicalmente diverse. Questo è uno sforzo per adeguare l’iter giudiziario alla Costituzione che prevede la durata ragionevole dei processi. In passato si cercavano forme di impunità”.
E chiude: “Sono d’accordo con Cartabia quando dice che ogni processo che si estingue è una sconfitta dello Stato: dobbiamo fare la riforma presto e bene, ma vanno evitati possibili effetti indesiderati soprattutto verso reati di particolare gravità e allarme sociale”.
Interviste complete su Il Mattino e La Repubblica.