“Il sen. Giarrusso prima accusa la senatrice Greco del Pd di atti gravissimi, ma poi si rifiuta di dare prova della veridicità delle sue affermazioni di fronte ai giudici, come dovrebbe fare qualsiasi normale cittadino. Si ripara dietro all’insindacabilità. Abbiamo ancora negli occhi l’immagine di Di Maio che con fare tronfio affermava il 19 Maggio scorso, che i 5 stelle non avrebbero mai fatto ricorso né all’insindacabilità né all’immunità. Appunto, falsi come al solito. Qui non si tratta di opinioni politiche ma di fatti. Prima lanciano accuse tremende, poco importa se vere o false, affinchè la cosa resti nella testa delle persone, poi sfuggono alle proprie responsabilità, separandosi dai cittadini normali. I 5 stelle sono peggio della Casta. Di giorno criticano il cosiddetto sistema ma di notte ci sguazzano alla grande”. Così Emanuele Fiano, componente della segreteria del Pd.
Alessia Rotta, responsabile Comunicazione del Pd, ricorda a Luigi Di Maio che la scelta di Giarrusso contraddice le sue affermazioni:
Qualcuno spieghi a @luigidimaio che @GiarrussoMario lo sta contraddicendo #coerenza5stelle https://t.co/QbHsKi7tjr pic.twitter.com/I4IAe2efu1
— Alessia Rotta (@alessiarotta) July 6, 2016
Avevamo ragione noi, gli #M5S non rinunciano all’immunità. Altro che cittadini qualunque, questa è #castaa5stelle pic.twitter.com/6f0EKjsFjk
— Francesco Bonifazi (@FrancescoBonif1) July 6, 2016
Per David Ermini, responsabile Giustizia del Pd, la “Casta grillina infanga e poi scappa. Nel M5S onestà fa rima con falsità”.
“Poco più di un mese fa l’on. Di Maio dichiarava pubblicamente che i 5 stelle non avrebbero mai utilizzato né l’insindacabilità né alcuna immunità per difendersi. Oggi leggiamo sulla stampa nazionale che il senatore dei 5S Michele Giarrusso si appella alla giunta autorizzazioni del Senato al fine di ottenere la insindacabilità per difendersi dalla querela proposta nei suoi confronti dalla deputata PD Maria Greco. Troppo facile. Prima si fanno i proclami per dire che i 5stelle sono diversi e poi ci si comporta in modo opposto. Proprio come la “casta”. Si insinua si accusa e poi si scappa.
Questi sono i metodi nuovi? Sono vecchi….terribilmente vecchi. Chiedere coerenza ai 5 stelle è complicato ma almeno evitino queste figuracce”.
“Il senatore del M5S Giarrusso nel 2015 accusa la nostra deputata Maria Greco di contiguità con ambienti mafiosi. Una accusa grave, pesante che provoca la legittima querela della Greco nei confronti di Giarrusso. Sarebbe bello sapere perché adesso il senatore Giarrusso, forte delle sue certezze e della sua trasparenza, si rifiuta di dare prova di quello che dice e si nasconde dietro l’insindacabilità delle sue parole. Noi una nostra idea ce la siamo fatta. Forse sarebbe doveroso, però, che lui avesse il coraggio di spiegarlo oltre che a noi, anche ai suoi elettori e ai militanti del movimento visto che lo stesso Di Maio, leader del suo movimento, qualche settimana fa, annunciò che nessun parlamentare grillino avrebbe fatto ricorso allo strumento dell’immunità. Ma ho l’impressione che ora nel m5s siano entrate in vigore nuove regole. Chissà se quella del doppiopesismo è stata imposta dal Direttorio”. Lo dichiara la senatrice del Pd Giuseppina Maturani, vicepresidente del gruppo del Pd al Senato.
“Sembra che stasera, nella riunione della Giunta per le autorizzazioni, il senatore del M5s Mario Giuseppe Giarrusso sia intenzionato ad invocare l’immunità in relazione al giudizio per diffamazione su di lui pendente ad Enna, per aver accusato la collega dem Maria Gaetana Greco di ‘contiguità con gli ambienti mafiosi’. Siamo di fronte all’esasperazione dei ‘due pesi e due misure’. I campioni anticasta, pronti a crocifiggere sempre e comunque i politici anche per sciocchezze, di fronte ai propri processi fanno retromarcia e si appellano all’immunità. A predicare bene e razzolare male sono capaci tutti, persino i grillini”. Lo dice la senatrice del Pd Maria Spilabotte, che aggiunge: “Credo che il collega farebbe bene ad affrontare il processo. Ricordo a Giarrusso e a tutti gli esponenti del M5s che un’accusa non è una sentenza. Forse impararlo sulla propria pelle può giovare ai forcaioli”.
