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Giacomelli “L’Ad Salini sta diventando l’assistente del presidente Foa”

«Spero che l’anticipazione di Repubblica sul piano industriale Rai sia totalmente sbagliata». Non è positivo il giudizio di Antonello Giacomelli, sottosegretario pd con delega alle comunicazioni nei governi Renzi e Gentiloni, sulla nuova riorganizzazione che oggi l’ad Salini illustrerà in cda.
 

Non è arrivata alcuna smentita onorevole, si può sbilanciare.

 
«Con questo piano si sommano processi nuovi a processi esistenti, col rischio di ingessare del tutto la Rai. Salini non sceglie tra modelli d’azienda, li somma. Ma la coesistenza genera mostri. E infatti le testate aumentano e gli otto nuovi direttori di contenuto si aggiungono, non sostituiscono, i tre direttori di rete. Si pone pure un problema di procedure e di costi».
 

Il piano è tutto da rifare?

 
«Ci saremmo aspettati risposte agli obiettivi fissati nel contratto di servizio. Che erano: diminuire il numero di reti e canali e ridefinirne l’identità; razionalizzare le testate; rafforzare il ruolo produttivo della Rai, superando la divisione tra fiction, film e commercializzazione, puntando su linguaggi narrativi nuovi e format originali italiani».
 

E non ci sono?

 
«No. Il piano sembra muoversi nella direzione opposta. Ecco perché credo che Salini debba dare una risposta prima di tutto a sé stesso. Vuole davvero fare l’ad con tutti i poteri che la legge gli attribuisce e con la competenza che ha? Oppure vuol essere mi altro Conte, che fa il mediatore per sfamare gli appetiti di posti di Salvini e Di Maio?».
 

Ma sfilare budget e offerta ai tre direttori di rete nominati dai partiti, non è un modo per ridurre la presa politica sulla Rai?

 
«Lo sarebbe se gli 8 nuovi direttori di contenuto fossero selezionati in modo più autonomo di quanto fatto fin qui. Tuttavia non mi pare questo il clima. Saranno, temo, mi nuova occasione di spartizione tra Lega e M5S. Anche perché: i tre attuali direttori chi li ha nominati? Salini, Se non era convinto, poteva sceglierne altri. Pertanto adesso decidere se fare l’amministratore oppure l’esecutore del contratto gialloverde. Per esser chiaro: ciò che non può fare è l’assistente di Foa».
 

Cosa la preoccupa di più della Rai sovranista?

 
«Una caduta in termini di rispetto della deontologia da parte del servizio pubblico».
 

Si riferisce alle immagini dell’interrogatorio dei genitori di Renzi passate su tutti i Tg?

 
«Certo. In questi mesi c’è stata una escalation: dal combatto di Grillo al servizio sul signoraggio. Perciò abbiamo chiesto l’audizione di Salini in Vigilanza. Mi incuriosisce anche sapere com’è andata con Santoro: come mai il suo ritorno su Rai2 era stato giustamente avviato, visto che i talk attuali non vanno, e poi però è stato stoppato».

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