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Giachetti: “Programmi incompatibili. Non c’è alternativa allo stare all’opposizione”

Roberto Giachetti, iniziano le consultazioni al Quirinale e il Pd discute: stare all’opposizione o mettersi in gioco, dialogando anche con M5S?
«Il dialogo è irrinunciabile, sempre e comunque. Il tema di stare all’opposizione anche. La decisione di stare all’opposizione è stata presa all’unanimità dalla direzione, ed è riferita allo scenario che abbiamo di fronte: appoggiare un governo 5 Stelle o del centrodestra, o centrodestra-5 Stelle. Noi dobbiamo dialogare ovviamente con tutti, ma questo non significa appoggiare un governo M5S o 5 Stelle-Lega. Dobbiamo stare all’opposizione perché c’è incompatibilità di programmi: reddito di cittadinanza e reddito di inclusione sono agli antipodi come cultura politica».

Ma se, di fronte a uno stallo, Mattarella tentasse un governo del Presidente, magari guidato da una figura come un ex presidente della Consulta, il Pd direbbe comunque: «No, grazie»?
«Intanto non sono assolutamente d’accordo che la possibilità di un governo 5 Stelle-Salvini sia lontana. Anzi, penso sia molto più vicina di quanto molti commentatori immaginano. Grillo ha detto: “Salvini è affidabile”, Salvini dice: “Di Maio è affidabile”… Anche programmaticamente stanno molto avanti. Dopodiché, con i se e i ma non si fa la storia e nemmeno la politica».

I se e i ma li avanzano Franceschini, Orlando, Veltroni… C’è il rischio che il Pd si spacchi definitivamente, Renzi «Macron italiano» e gli altri che ricreano il centrosinistra?
«Dopo una sconfitta come questa è naturale che le fibrillazioni siano particolarmente forti ed esiste il rischio che ci sia un’implosione, anziché un rilancio. Ma dipende dalla classe dirigente: se anziché proseguire con uno sterile dibattito interno sul nulla, solo per differenziarsi, si assumesse l’esigenza di un percorso unitario… L’opposizione non è una cosa sporca, in un regime democratico deve esserci un’opposizione. Perché non viviamo l’opposizione come un’occasione di rilancio della nostra proposta politica, anziché quasi come una pena da scontare?».

Perché, dicono in molti, la linea approvata in direzione Pd dice anche che il partito sosterrà i tentativi del capo dello Stato.
«Ci mancherebbe! Il Presidente della Repubblica ha una sua responsabilità, che eserciterà. Noi facciamo tutti il tifo perché Mattarella riesca a sbrogliare la situazione. Ma al momento parliamo del nulla. È del tutto evidente che se le cose dovessero andare in un certo modo e Mattarella prenderà un’iniziativa, valuteremo il nuovo scenario».

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