“Possiamo governare insieme, al ballottaggio niente accordi. Quando ho deciso di candidarmi alle primarie ho rivolto un appello a Sel perchè sono convinto che possiamo fare un buon lavoro insieme per risolvere i problemi di Roma ma ho ricevuto insulti e schiaffi.
Ho l’impressione che la classe dirigente di Sel voglia alzare un muro ma io non mi arrendo e tengo tutti i canali aperti. Ad ogni modo, sia chiaro che al momento del ballottaggio non ci sarà alcuno scambio, non farò accordicchi sotto banco”.
Lo dice in un’intervista al Tempo Roberto Giachetti, candidato del Pd al Campidoglio.
“Da Sindaco il mio obiettivo sarà restituire serenità ai romani”, dice.
I sondaggi? “Non li seguo e non mi sembrano molto attendibili, non fosse altro perchè il 60 per cento dei romani è ancora indeciso”.
Giachetti non nasconde la preoccupazione per l’astensione: “La disaffezione nei confronti della politica è una grandissima preoccupazione per chi fa il mio mestiere”.
E non commenta le dichiarazioni di Ignazio Marino e del suo libro: “Sto leggendo i documenti e le segnalazioni che mi stanno mandando associazioni e singoli cittadini”. Chiaro il giudizio su Stefano Fassina: “In una battaglia così complicata, dove ci sono tre candidature che si equivalgono, un’altra candidatura a sinistra mi impedirebbe di arrivare al ballottaggio. Non sarebbe una novità , è quello che è già successo in Liguria e altrove”.
Tra le decisioni che prenderebbe subito se fosse eletto sindaco di Roma, Giachetti cita la “riorganizzazione della macchina amministrativa. Verranno alleggerite le funzioni centrali a favore di quelle dei Municipi. Dobbiamo rimotivare decine di migliaia di dipendenti comunali che saranno una parte importante del riscatto della nostra città ”.