“Al di là della valutazione su queste notizie, che non spetta al governo fare, comunque è chiaro che ci confermano nella nostra posizione che abbiamo assunto in modo molto chiaro in queste settimane. Se qualcuno cioè pensa che il trascorre del tempo farà modificare la posizione del governo italiano, se si pensa che rinunceremo a chiedere e a pretendere la verità sull’omicidio di Giulio Regeni, chi lo pensa si sbaglia” ha detto il ministro degli Esteri a margine di un convegno all’Università Bocconi. Gentiloni non ha commentato la notizia, diffusa dalla Reuters, del presunto coinvolgimento della polizia egiziana nella scomparsa di Giulio Regeni, ma ha confermato che l’Italia non cambia posizione.
“L’Unione Europea non deve chiudere le frontiere. La scelta è semplice. O si gestisce il fenomeno migratorio o si soccombe. L’Italia ha un grande ruolo nel gestire la migrazione”, ha detto il ministro degli Esteri durante il suo intervento al convegno Immigration, refugees and asylum policies organizzato dall’Innocenzo Gasparini Institute for Economic Research (Igier) dell’Università Bocconi e dalla Fondazione Rodolfo Debenedetti nell’aula magna della Bocconi. “Questo è il più importante problema di cui si discute ora – ha continuato il ministro – La popolazione europea diminuirà, mentre quella africana aumenterà. Se non si risolvono le questioni in Libia e nel Sahel sarà difficile risolvere il problema”.
Il titolare della Farnesina ha ricordato, nel suo intervento, che “non sono soltanto le guerre in Siria e Iraq ad avere un impatto sui flussi migratori, ma anche l’aumento demografico mondiale e i cambiamenti climatici che in Africa causano siccità e carestie, che stanno colpendo, ad esempio l’Etiopia e il Mozambico”. Gentiloni ha poi anticipato che “il 18 maggio a Roma si terrà la prima Conferenza inter-ministeriale Italia-Africa”, un’occasione per parlare anche del “Migration compact”, la proposta italiana per ridurre i flussi lungo la rotta mediterranea attraverso nuove intese con i paesi d’origine e di transito.
A proposito dei flussi migratori, secondo Gentiloni “per ora i numeri non sono particolarmente allarmanti. Sono in lieve aumento sugli anni precedenti, ma bisogna muoversi, perché se non facciamo questo patto con i Paesi africani e se non ci mettiamo soldi e impegno politico di tutta l’Europa possiamo correre il rischio di un aumento dei flussi”.
Sul dossier immigrazione, il Governo italiano sta agendo “in Europa con un obiettivo molto chiaro, cioé che l’impegno europeo sulla rotta centrale del Mediterraneo, quella che interessa la Libia e l’Italia, sia più forte e decisivo”, ha detto il ministro, rispondendo ai giornalisti a margine del convegno. Secondo Gentiloni, “bisogna farlo moltiplicando gli investimenti nei paesi africani, con nuovi strumenti come gli Africa bond, e chiedendo ai Paesi destinatari di questi investimenti impegni seri per limitare i flussi migratori. Il tutto, rendendo sempre più europee le operazioni di rimpatri dei migranti nei paesi sicuri, non certo in Libia”. “Su tutti questi temi – ha concluso – il Governo italiano chiede all’Europa un impegno che sia altrettanto rilevante di quello che ha messo in campo sulla rotta che dalla Turchia va verso la Grecia e i Balcani”.