L’accordo sul bilancio fra i governi europei e l’europarlamento è fresco di firma e ora Paolo Gentiloni vede la strada in discesa anche per Next Generation Eu.
“Ci sono le condizioni perché il lavoro proceda più o meno con il calendario previsto”, dice al “Corriere della Sera” il commissario Ue all’Economia.
“In questa fase – continua -, l’emergenza e la prospettiva si incrociano. Una difficoltà sia a Bruxelles che nei singoli Paesi viene non solo dal carattere inedito di Next Generation Eu, ma anche dal fatto che non ci sarà uno spartiacque netto tra emergenza e rilancio. Non avremo una crisi a V, non torneremo di slancio alla situazione di prima. Secondo le nostre previsioni, alla fine del 2022 non tutti i Paesi saranno ai livello pre-Covid e nessuno al livello che avrebbe avuto senza la pandemia, in termini di Prodotto interno lordo”.
Dunque i governi, Italia inclusa, devono rispondere all’emergenza e insieme pianificare il dopo.
“Purtroppo sì. Se fronteggiare l’emergenza assorbe tutte le energie, siamo nei guai. Sarebbe grave non impostare questa opportunità con lungimiranza e questo vale per Bruxelles tanto quanto per le capitali nazionali. Non ne farei una questione di calendario: per ora alla Commissione abbiamo ricevuto solo tre piani nazionali in forma compiuta e altrettanti in forma parziale”.
Il commissario osserva inoltre che “il ruolo di garante della Commissione, se non ci fosse, andrebbe inventato. Se stiamo lavorando a creare dei binari per i progetti, non è per dare dei fastidi burocratici: per rendere le nostre economie più verdi, inclusive e digitali, questa occasione non vada sprecata. Ricordiamoci però che l’esecuzione si rivelerà almeno importante quanto la stesura dei piani: soprattutto per Paesi come Italia o Spagna che hanno una storia di assorbimento dei fondi europei tutt’altro che perfetta. Come si organizza dal punto di vista istituzionale l’esecuzione di un piano così cospicuo?”.
Con procedure straordinarie: “Noi le incoraggiamo. Naturalmente ogni Paese avrà le proprie soluzioni, ma se il varo di questi piani non si accompagna a qualche elemento straordinario di semplificazione dei processi decisionali, il rischio di un assorbimento insufficiente delle risorse è molto grave. Per come è congegnato Next Generation EU, il mancato rispetto di tempi e obiettivi del piano rende difficile l’erogazione delle risorse.
Nel momento in cui si lancia il piano, si ha il dovere di riflettere alle innovazioni istituzionali o organizzative che possono renderlo eseguibile”.
“A meno che – aggiunge – non si voglia rinunciare a parte dei fondi. Ma noi non lo raccomandiamo. Abbiamo messo sul tavolo un bazooka, non va trasformato in un mezzo bazooka”, ha concluso Gentiloni.