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Franceschini: 293 siti culturali danneggiati, la sfida è ricostruirli

“Nella tragedia del terremoto la priorità sono le popolazioni, nella gerarchia dei problemi la tutela del patrimonio artistico non è la prima.
Ma il Mibact se ne deve occupare da subito, ed è quello che abbiamo fatto”. Lo sottolinea il ministro di beni culturali e turismo (Mibact) Dario Franceschini, in una conferenza stampa convocata a Roma nella quale ha fatto il punto sugli interventi per i danni al patrimonio culturale provocati dal terremoto che ha colpito l’Italia centrale.

Il ministero, “si è mosso subito e lo ha fatto seguendo le indicazioni di una direttiva del 2015 sulla messa in sicurezza delle opere danneggiate”, ha fatto notare il ministro, precisando che la direttiva “è stata messa a punto proprio sulla base delle passate esperienze di terremoti, in particolare di quella dell’Emilia”.

“Quella direttiva prevede precise procedure, che sono subito scattate”, ha spiegato.
Primi a partire per i luoghi terremotati sono stati i carabinieri del comando Tpc,”gli unici che potevano accedere alle zone più colpite. A loro, in tutto circa 50 uomini, è stata affidata la prima ricognizione “indispensabile anche per la messa in sicurezza dei beni più in pericolo”.

Quello è emerso da questa ricognizione dei carabinieri, ha riferito Franceschini, “è un quadro molto complicato”, con interventi che vanno fatti “nell’immediato”. Anche per questo, ha spiegato, si è deciso che le squadre di intervento del Mibact – che entreranno in azione sui luoghi più colpiti quando sara’ possibile farlo, su indicazione di protezione civile e vigili del fuoco in condizioni di relativa sicurezza – verranno rafforzate da tecnici in arrivo da tutta Italia.

E già da subito si è cominciato, con i vigili del fuoco, a raccogliere teloni e tutto quanto sarà necessario per proteggere da pioggia e intemperie gli interni delle chiese sventrate, ma anche, in attesa che sia possibile portarli al sicuro, quadri sculture, Madonne, oggetti”.

“La sfida che ci attende è quella di ricostruire interi borghi con le dovute tecniche antisismiche, perché le comunità vogliono tornare a vivere in quei borghi e non sarebbe giusto snaturalrli.

Avevamo già deciso che il 2017 sarebbe stato per il Mibact l’anno nazionale dei Borghi storici, di cui è disseminato soprattutto l’Appennino. Ora questo intento assume un significato ancora più importante”, ha aggiunto il ministro.

“Quanto ai fondi per la ricostruzione ed il restauro dei beni culturali danneggiati, “il tema – ha detto Franceschini, che poi ha lasciato la conferenza stampa proprio per partecipare al Cdm- è all’interno dei fondi che il governo metterà a disposizione per fronteggiare le conseguenze dei sisma: anche perché davvero non basteranno gli incassi dei musei di domenica che abbiamo già annunciato che dedicheremo a questa calamità: servirà una cifra molto più grande”.

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