“La corte dell’Aja ha riconosciuto per prima volta lo stupro come arma di guerra nel processo a Jean-Pierre Bemba, ex Vicepresidente del Congo, per le violenze commesse dalle sue milizie nel 2002 e nel 2003, si tratta di una decisione storica con cui la Corte penale internazionale lancia un messaggio importante, che sollecita tutta la comunità internazionale e ogni singolo Stato affinché ci sia un impegno deciso contro le violenze sessuali, che, è bene ricordarlo, sono gravi violazioni dei diritti umani e della legge internazionale umanitaria”.
Lo dichiara la Vicepresidente del Senato Valeria Fedeli, che aggiunge:
“Questo tema mi ha vista nel 2013 prima firmataria di una specifica mozione in Senato, per impegnare il Governo a mettere in atto tutti i provvedimenti necessari a prevenire e reprimere questa forma di violenza, troppo a lungo tacitamente accettata e considerata inevitabile, e credo che i passi compiuti in avanti dalla politica e dalle istituzioni comincino a segnare risultati concreti, nel solco della risoluzione 1820 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che ha riconosciuto la violenza sessuale come tattica di guerra e minaccia alla pace e alla sicurezza globali, e ha sancito che lo stupro e altre forme di violenza sessuale possono rappresentare crimini di guerra, crimini contro l’umanità e/o atti di genocidio. Mi auguro che questa nuova decisione sia un monito per tutti gli Stati ad agire ancora più concretamente contro questi crimini, che colpiscono principalmente donne e bambine e vengono perpetrati per seminare il terrore tra la popolazione civile in zone di guerra, disgregare famiglie, distruggere comunità , nonché, in alcuni casi, modificarne la composizione etnica”.
“La gravità degli effetti distruttivi dei conflitti armati – conclude Valeria Fedeli – non si limita a questo. UN Women ha segnalato recentemente un tasso di mortalità materna pari a 531 decessi ogni 100mila nascite, contro un dato globale medio di 210, un tasso di iscrizione delle bambine alle scuole primarie di quasi venti punti inferiore al tasso globale, e un’altissima incidenza di matrimoni precoci: sono anche queste le conseguenze dei conflitti, motivo per cui è proprio sull’empowerment femminile e sulla salvaguardia dell’integrità e delle libertà delle donne che bisogna saper investire per rendere più efficaci anche i processi di pace e per la sicurezza”.