«Come è possibile che proprio il Pd, che si è battuto per provvedimenti contro le discriminazioni, che è stato in prima fila nelle battaglie per la parità, a cominciare dalla composizione metà donne e metà uomini del governo Renzi, ora non elegga una donna alla guida dei gruppi parlamentari?». Va all’attacco Valeria Fedeli, ministro uscente della Scuola e candidata di bandiera dem, sabato scorso, per la presidenza del Senato.
Fedeli, lei è d’accordo su Lorenzo Guerini e Andrea Marcucci come capigruppo dem?
«Marcucci al Senato io lo voto volentieri, perché mi piace la persona. Non trovo per nulla interessante, anzi mi sembra ridicolo, porre la questione del renzismo o dell’antirenzismo di chi deve guidare i parlamentari dem. Il problema è un altro».
E quale?
«Non credo che il Pd debba andare alle consultazioni al Quirinale con una delegazione tutta maschile, senza una donna».
Ci vuole un capogruppo donna?
«Sì, preferibilmente alla Camera, dal momento che la discussione che sento, è sulla discontinuità con la segreteria di Renzi. E Guerini, che è certo persona con grandi capacità, di quella segreteria è stato il coordinatore».
Ha un nome?
«Mah, ce ne sono tante, anche ex ministre».
E chi, Maria Elena Boschi, Marianna Madia, una esponente della minoranza come Barbara Pollastrini?
«Non faccio nomi ma sollevo il tema della parità. Evitiamo di essere l’unica delegazione tutta maschile».