È un paesaggio a tratti desolante quello che mostra il viaggio condotto daTerre des Hommes tra gli adolescenti italiani: uno studio su 1.600 giovani tra in 14 e i 19 anni per capire il loro approccio alle questioni di genere, alla violenza sulle donne, alla famiglia, agli stereotipi sedimentati sul ruolo delle donne.
Un bel lavoro, che ha arricchito la presentazione del rapporto sulla violenza sui minori, mercoledì 7 ottobre alla Camera, con un punto di vista, quello dei ragazzi, interessante quanto preoccupante.
Se lo studio può essere considerato un termometro della situazione delle giovani generazioni del Belpaese, la temperatura è alta ed è urgente intervenire.
Due a mio avviso sono le notizie preoccupanti: la prima è che in queste generazioni c’è una sottovalutazione grave della violenza sulle donne cui viene spesso data una spiegazione socio-economica o psicologica e di cui in troppi, il 30% quasi, denunciano una montatura mediatica, ed è inoltre generalizzato l’approccio per cui il tema è marginale come se fosse altro dalla quotidianità in molte famiglie.
La sottovalutazione dei motivi culturali e della trasversalità del fenomeno sono evidenti dalle risposte che tendono a confinare la violenza nella marginalità della povertà o della malattia psichica, senza coglierne invece la diffusione ben oltre questi confini e senza discriminanti economiche e di status sociale. Le ricerche più recenti mostrano il contrario, come i casi di violenza come quello che purtroppo ieri era sulle cronache nazionali per colpa dell’ennesima vita spezzata a causa non tanto di leggi che mancano, ma di una cultura per cui spesso le donne sono lasciate sole o le violenze considerate una cosa che deve restare in silenzio.
La seconda questione che deve richiamare la nostra attenzione è ilpermanere di stereotipi familiari che speravamo fossero ormai superati ma che restano e forti, ponendoci non pochi interrogativi sui motivi di un cambiamento così lento.