Le tensioni al confine tra la Bielorussia e la Polonia, “sono una questione molto seria, conseguenza del regime autocratico del presidente bielorusso Alexander Lukashenko, eletto con un voto fraudolento, non riconosciuto dalla comunità internazionale. L’Europa ha già preso posizione adottando sanzioni contro Lukashenko e gli esponenti del suo regime dispotico che opprime qualsiasi opposizione”.
Così Piero Fassino, presidente della commissione Affari esteri alla Camera, intervistato per Il Mattino.
La stretta sui migranti è un’azione ritorsiva
La stretta del presidente bielorusso sui migranti “è un’azione ricattatoria e ritorsiva contro l’Europa, utilizzando i migranti per destabilizzare i Paesi confinanti ma non si può accettare il ricatto. La Ue si è dichiarata pronta a favorire un dialogo tra Lukashenko e l’opposizione ma se il regime continua a rifiutare, è inevitabile alzare il livello di pressione, magari con ulteriori sanzioni”.
Strategia dell’UE
“Un forte sostegno alle opposizioni di quel regime è importante, aiutando le leader Maria Kolesnikova e Julia Tikanouvskaja costrette a rifugiarsi fuori dal loro Paese, sia appoggiando le opposizioni rimaste in Bielorussia. A Mosca l’Unione europea deve chiedere una politica di dissuasione e di convincimento nel confronti del presidente bielorusso, per far cessare la repressione e l’uso ricattatorio dei migranti”.
Urgente avviare una nuova strategia sui flussi migratori
“Si ripete da tempo che il regolamento di Dublino va superato e credo sia arrivato il momento di farlo. Non possono essere solo i Paesi di primo ingresso a sostenere il peso dell’immigrazione, è giusto che tutti i 27 Paesi dell’Unione se ne facciano carico. Necessario arrivare almeno a una soluzione di ‘cooperazione rafforzata’ tra i Paesi che vogliono condividere una gestione comune dei flussi migratori. C’è il precedente dell’accordo di La Valletta che va rafforzato ed esteso”.
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