Controlli serrati e denunce. Per scoprire gli imboscati bisogna lavorare tutti insieme, Stato, Regioni, Inps ma anche forze dell’ordine. Davide Faraone dopo aver fatto il sottosegretario alla Pubblica Istruzione con Renzi, copre lo stesso ruolo nel ministero alla Salute con Gentiloni. Sua figlia è disabile, cosa che lo rende particolarmente sensibile nei confronti degli abusi della legge 104, che tutela i diritti dei portatori di handicap anche sul luogo di lavoro.
Come è possibile che fino a un quarto degli operatori sociosanitari in ospedale abbia un’inidoneità professionale?
«Il tema centrale è quello delle certificazioni, bisogna controllare chi la fa, come e con quali strumenti. È da li che iniziano tutte le storture e si producono quei dati».
Cosa può fare il ministero alla Salute?
«Direttamente non molto perché non siamo titolari di competenze specifiche, ma possiamo sensibilizzare le Regioni invitandole ad intensificare i controlli. Devono avere la forza di cercare le irregolarità e denunciarle quando le trovano».
I dati sembrano indicare che la situazione è peggiore in certe regioni del Sud. È vero?
«Non del tutto. Certi comportamenti sono diffusi a tutte le latitudini nel nostro Paese, anche se poi è vero che ci sono certe aree dove la diffusione delle irregolarità è maggiore e dove è quindi è necessario intervenire».
Come se ne esce?
«Lavorando tutti insieme: Inps, istituzioni pubbliche e forze dell’ordine devono impegnarsi per scoprire le persone che fanno un uso distorto delle leggi sulle idoneità e sugli handicap. La sinergia deve portare a delle denunce, con questi soggetti bisogna usare il pugno duro».
Secondo lei basterà ?
«Dobbiamo anche cambiare il nostro approccio. Siamo ormai troppo assuefatti a questi comportamenti, così per lunghi periodi non li prendiamo in considerazione, finché un singolo caso o un’inchiesta li riporta sotto la luce dei riflettori. Poi, tornano di nuovo nell’ombra. E invece il lavoro per smascherare queste persone deve essere continuo e non legato ad episodi isolati che hanno grande risalto ma costante e dunque più efficace».
Lei ha una figlia disabile. Come giudica i “furbetti della 104”, che si fanno riconoscere i benefici per i portatori di handicap anche se non lo sono?
«È vero, si tratta di un problema che soffro personalmente. Quando qualcuno usa in modo delinquenziale uno strumento pensato per tante persone che soffrono e hanno la vita condizionata a causa del loro handicap mi arrabbio il triplo. A suo tempo, quando arrivai come sottosegretario al ministero della Pubblica istruzione decisi di avviare subito un’indagine diffusa per verificare lo stato di applicazione della 104 nelle scuole. Voglio fare lo stesso anche come sottosegretario alla Salute, interessando appunto le Regioni».
Teme che la 104 finisca sotto attacco per chi ne abusa?
«Sarebbe sbagliato e ingiusto. Stiamo parlando di una legge di grande civiltà , immaginata per garantire le tante persone che hanno bisogno. Quando qualcuno la utilizza in modo distorto, oltre ad esserci un comportamento illegale, c’è mancanza di rispetto nei confronti di tutti coloro che hanno bisogno di quella norma. Dobbiamo essere molto duri con chi usa uno strumento così importante per farsi i fatti suoi. Spesso le critiche alla legge ci sono perché viene mal applicata. Dobbiamo difenderla e rispettarla, a tutela dei tanti cittadini che hanno bisogno».