“Il disegno di legge Pillon non rispetta l’autonomia giuridica e soggettiva del minore. Rispecchia,invece, una concezione proprietaria e autoritaria del rapporto genitoriale, che contrasta la tendenza di emancipazione raggiunta negli ultimi anni con la Dichiarazione universale dei diritti del fanciullo”. A dirlo e’ Andrea Catizone, avvocatessa e responsabile nazionale del dipartimento Pari Opportunità del Partito democratico.
Questo Ddl “ricrea un rapporto di dipendenza giuridica, personale e soggettiva del genitore nei confronti del figlio. Ci fa tornare indietro, passando dalla bigenitorialità , poi declinata in genitorialità , al concetto medioevale della patria
potesta’: il padre padrone- spiega Catizone- che sceglie il destino dei propri figli senza mostrare attenzione alle loro inclinazioni personali. Si pone in contrasto con tutte le conquiste degli ultimi anni nei confronti dell’autonomia e dei
diritti del minore”.
Secondo Catizone “la prima ferita che provoca il Ddl Pillon e’ quindi nei confronti dei minori, sia sul piano giuridico che fattuale. Sul piano fattuale non prende in considerazione la vita normale di un figlio. Spesso quando le coppie si separano-
continua l’avvocatessa- gli ex coniugi vanno a vivere in quartieri diversi, e immaginare che i minori possano trascorrere metà del tempo della settimana con un genitore e l’altra meta’ con l’altro genitore è assurdo.
Il centro di interesse dei figli, non solo le attività scolastiche ma anche quelle extra scolastiche (lo sport, gli amici e le attività ludico-ricreative), si perde se i minori vengono spostati da una casa all’altra. Del resto la legge sull’Affido condiviso del 2006 prevedeva già questa modalità e siamo tutti d’accordo sul valore della bigenitorialità - ribadisce la responsabile nazionale del dipartimento Pari Opportunita’ del Pd- ma bisogna trovare una soluzione che non sia lesiva dei diritti e degli interessi dei minori per l’esercizio di questa genitorialità ”.