“Gentiloni dia un segnale e cambi subito la legge”. Così sulle pagine di La Repubblica Guglielmo Epifani, ex segretario della Cgil, è stato alla guida del PD dopo Bersani e prima di Renzi.
“Altro che congelare i referendum sindacali! Il PD affronti le questioni e il nuovo governo cambi il Jobs Act. Poletti ha fatto una dichiarazione insensata”, ha detto Epifani che annuncia che voterà a favore se l’11 gennaio la Consulta darà il via libera ai quesiti. Sulla possibilità di votare per evitare i referendum su Jobs act, voucher e appalti ha affermato: “Poletti ha fatto una dichiarazione che non ha molto senso. Per tre motivi. Il primo: mentre il premier Gentiloni giustamente e correttamente alla Camera e al Senato, e secondo la Costituzione, non ha posto un limite di tempo al governo, un ministro lo stesso giorno in cui riceve anch’egli la fiducia, dichiara quanto durerà il governo.
Il secondo punto è che – come dimostra l’alto numero di elettori per il referendum sulle riforme costituzionali – c’è nel paese una richiesta di partecipazione molto forte. Dietro quei referendum promossi dalla Cgil ci sono milioni di firme di lavoratori, ai quali non si può rispondere in quel modo. In terzo luogo, perché il ministro del Lavoro dovrebbe misurarsi col merito dei quesiti referendari”.
Per Epifani il nuovo governo dovrebbe intervenitre prima che si vada a referendum mettendo mano sul Jobs act di Renzi: “Non si tratta di smantellare niente, ma di verificare se l’esperienza e i fatti ci dicono se ci sono dei problemi e in questo caso affrontarli”.
“Sui voucher noi assistiamo a una proliferazione impressionante, tanto che il governo era intervenuto per rendere tracciabile e più trasparente l’utilizzo dei voucher. Penso alle situazioni di lavoro stagionale nel turismo, nel commercio, in agricoltura. I voucher non hanno sostituito tanto i lavori in nero ma hanno sostituito veri e propri contratti di lavoro a tempo determinato, che consentivano comunque ai lavoratori di avere maggiore tutela”.