“C’è ancora tantissimo da fare. Fare l’amministratore locale è da pazzi, un sindaco è un pazzo passionale. Ma questa è stata una legislatura di svolta, in cui governo ed enti locali hanno parlato lo stesso linguaggio”. Così Matteo Ricci, responsabile degli Enti locali del Pd, nel suo intervento in apertura dell’Assemblea nazionale degli Amministratori locali del partito.
Dopo il referendum del 4 dicembre 2016, prosegue Ricci, “ho visto in giro tanta confusione. Lasciare le cose così come stanno sarebbe un errore, non dobbiamo perdere lo spirito riformatore . Credo che si debba aprire un ragionamento sulle Regioni. Ovviamente nessuno di noi ha voglia di aprire un cammino di riforma costituzionale a breve. Noi siamo per Regioni più autonome, dentro l’articolo 116 della Costituzione”.
Nel suo intervento Ricci non ha risparmiato una battuta sul candidato premier del M5S: “È uno scandalo che uno come Luigi Di Maio che non ha mai amministrato nemmeno un condominio, possa pensare di governare un Paese grande come l’Italia”.
Per noi la campagna elettorale ha una parola chiave: #credibilità
“In bocca al lupo a Giorgio Gori e Nicola Zingaretti ” – aggiunge – A chi ancora non ha deciso se sostenerli diciamo che non c’è un motivo politico o di programma per non farlo”.
“Per noi la campagna elettorale ha una parola chiave: #credibilità. Si vince sulla proposta per il futuro. Siamo la forza del cambiamento possibile e credibile, che poggia sulla concretezza delle cose fatte.
Un passaggio dedicato al ruolo dell’Italia in Eu: “All’Europa chiediamo più flessibilità e una nuova stagione di investimenti e di riduzione fiscale. Una richiesta credibile perché dopo anni di recessione, l’Italia finalmente grazie a governi Renzi e Gentiloni si è rimessa in moto”.
Gli occupati sono passati in questi anni da 22 a 23 milioni
“Abbiamo diminuito le tasse – ha precisato Ricci tornando ai risultati del Governo – da altri solo annunci. Gli occupati sono passati in questi anni da 22 a 23 milioni, le nostre proposte sull’occupazione ora guardano a migliorare qualità del lavoro e al salario minimo legale”.
“Noi siamo contrari al Reddito di Cittadinanza perchè noi siamo per il lavoro. La Repubblica Italia è fondata sul lavoro non sull’assistenzialismo”, ha concluso.