“Dopo il tardivo e colpevole risveglio del ministro Giorgetti sulla urgenza di agire sul costo dell’energia nel nostro Paese, sono trapelate indiscrezioni su quali potrebbero essere le misure al vaglio del Consiglio dei ministri.
La “pezza”, ipotizzata dopo un anno e mezzo di inazione rispetto al saccheggio di consumatori e imprese, sembra essere peggio del buco.
Nessuna aggressione alle speculazioni agli extra profitti delle big company dell’energia (le uniche che crescono a gonfie vele, rispetto al -3,5% complessivo anno della produzione industriale italiana), ma solo un supporto alle industrie più energivore, attraverso la socializzazione dell’imposta ETS sulla CO2 (i cui proventi, ricordiamolo, dovrebbero essere usati per sostenere la decarbonizzazione e, quindi, l’accelerazione del recupero di competitività industriale strutturale e non solo momentanea).
Stessa cosa per potenziamento “Energy Release”.
Come finanzierebbero queste misure tampone, focalizzate su pochi utenti, seppur certamente importanti e da supportare? Con soldi pubblici che non ci sono? O piuttosto con un ulteriore prelievo forzoso dalle bollette di tutti gli altri?
Nemmeno una parola sullo scudo alle speculazioni, sulla protezione dei più fragili, sul phase out dal gas. Ai “semplici consumatori” chi ci pensa?
Ma come, non aveva appena scoperto il ministro che il mercato libero ha consentito un vero e proprio saccheggio? Se si confermassero le voci, ci troveremmo davanti a una presa in giro colossale, il colpo di grazia per persone e PMI”. Così Annalisa Corrado, responsabile Conversione ecologica, clima, green economy e Agenda 2030.