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Emiliano: «Dopo la politica ritornerò alla toga. Luca? Lasci, poi sarà facile sostituirlo»

Michele Emiliano parte con uno slogan: «Io posso vincere, Renzi no». Crede di vincere con i delusi grillini e con la Cgil, se riesce a portarli ai gazebo, e perciò vota due Sì ai referendum del 28 maggio?
«Avrei votato anche contro il Jobs Act e per il ripristino dell`articolo 18. E nel caso dei referendum di maggio, sono per l`election day con le amministrative, anche perché l`accorpamento porta un risparmio di 300 milioni».

 

Punta sull’idiosincrasia dei cigiellini contro Renzi, per abbatterlo?
«Il sindacato è un mio naturale referente, non da oggi. L`ho sempre difeso, mentre il mio partito lo attaccava frontalmente. Io, da sindaco e da presidente regionale ho
sempre fatto concertazione. Renzi viceversa ha mancato di rapporto con il sindacato. Anzi, ha mancato di rapporto con tutti. Creando un clima di timore politico sia dentro sia fuori dal partito».

 

Vaste programme…
«Voglio anche liberare i giornalisti. A tutti deve essere concesso di criticarmi, se diventerò segretario».

 

Finora saremmo stati tutti proni a Matteo?
«Non tutti, naturalmente. Ma non è stato facile smascherare il gioco di Renzi. Lui ha fatto della comunicazione la base del suo nulla lucente. Ha fatto credere alle persone che stesse facendo qualcosa e invece così non è. Ma l`assenza della ciccia nella politica di Renzi alla fine è venuta fuori ed è sotto gli occhi di tutti».

 

L`importante è abbattere lui?
«La mia campagna elettorale è come la Resistenza. E voglio liberare il Pd».

 

Come si fa?
«Con l`aiuto di tutti. Bastano due euro, quelli che servono per votare ai gazebo, e si può cambiare la storia della sinistra italiana. Restituendo dignità a persone che nei mille giorni del governo scorso sono state travolte da arroganza e incapacità di mettere al centro di tutto la persona umana. Questo dovrebbe essere il compito storico della sinistra».

 

Però, pare che vincerà Matteo.
«E chi l`ha detto? Io sono l`unico dei tre candidati alle primarie che può riportare il nostro partito a vincere alle elezioni».

 

Perché lei sì e Renzi e Orlando no?
«Sono l`unico che può recuperare i nostri voti andati a M5S e che può riconnetterci con tutto quel popolo di sinistra che ci ha abbandonato. Sono io a poter ricucire».

 

Anche Bersani tentò il dialogo con i cinque stelle. Non ricorda il disastro prodotto?
«Bisogna avere una storia nitida per parlare con loro e riconoscere con umiltà gli sforzi che stanno facendo per bonificare la politica italiana».

 

Però i sondaggi danno Renzi in super-vantaggio.
«La prima domanda che i sondaggisti ti rivolgono è se hai intenzione di votare ai gazebo. E questa è una platea stimabile intorno al milione e mezzo di persone. In questa platea di partenza è possibile che Renzi sia in vantaggio ma che non arrivi
al 50 per cento».

 

E se la platea cresce, vince lei?
«A quel punto il risultato può cambiare. Renzi è consapevole che il fattore tempo e il livello di partecipazione possono riaprire i giochi e favorire gli altri. Infatti, ha optato per un congresso da rito abbreviato».

 

Oggi, se fosse senatore, come voterebbe nella mozione su Lotti?
«Non commento le questioni giudiziarie né questa specifica di Lotti. Ma il membro di un organo collegiale qual è il governo, che crea difficoltà all`organo stesso, deve far prevalere l`interesse collettivo a quello personale. Lotti si può dimettere e verrebbe sostituito senza problema».

 

Lei dalla magistratura non si dimette?
«Non ci sarebbe motivo. La Costituzione non dice che per fare politica bisogna rinunciare alla propria professione. Io faccio politica per passione e non certo per arricchirmi. Avendo superato un concorso pubblico, e neppure tanto facile, e avendo un lavoro da magistrato non vedo perché dover rinunciare a tutto questo, per diventare un politico di professione. Quando smetterò di fare politica, rivorrò il mio lavoro».

 

Non è sbagliato?
«Basterebbe una legge che ricolloca in altro ruolo nella pubblica amministrazione i magistrati che hanno fatto politica. Ma dicono sempre di volerla fare e non la fanno».

 

Lei intanto fa il grillino democrat.Non è un errore ricalcare il modello degli avversari?
«Guardi che il vero grillino è Renzi. Lui e il suo Giglio Magico hanno fatto di M5S il primo partito italiano».

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