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Emiliano: i dem al tavolo? Uniti o niente

«Ero partito da solo, tre mesi prima del voto».

Michele Emiliano da solo contro tutti, a tifare per un governo Pd-M5S?

«Me ne avevano dette di tutti 4 colori, adesso siamo una bella maggioranza. Ho sentito Franceschini, Fassino e Orlando, che era contrario e poi ha cambiato idea».

 

Cuperlo? Chiamparino?

«Siamo in tanti, tanti. Io ho fatto l’errore di dirlo troppo presto, prendendomi anche il rischio di sbagliare. Ora sono contento, perché ritengo questa l’unica possibilità per dare al Paese un governo che non sia un asse tra populismi».

 

Roberto Fico ce la farà?

«Martina ha fatto un passo importante, ha dato la sua disponibilità a entrare nel merito della discussione sul programma, a condizione che finisca la continua alternanza tra due forni. Il Pd non può essere un mezzo per alzare il prezzo con la Lega, deve esserci una trattativa politica con una sua dignità. E io penso che il presidente Fico lo abbia ben chiaro».

 

Può esserci una trattativa politica con il Pd che non veda Renzi a capotavola?

«Sembrerà strano detto da parte mia, ma adesso il ruolo più importante lo ha Renzi, al quale rivolgo un appello. Nonostante il disappunto e l’amarezza per la sconfitta lui deve lavorare affinché questa trattativa vada in porto. È evidente che il Pd o ci va tutto, su questa ipotesi, o non ci va».

 

Il Pd rischia un’altra scissione?

«Non si può spaccare, sarebbe un danno enorme. Chiunque tenti di utilizzare la costruzione del governo col M5S per liberarsi di Renzi commette un doppio errore. Sbaglia nei confronti del Paese perché rende ingovernabile l’Italia e sbaglia nei confronti del Pd, perché rende impossibile la ricostruzione di un’unità personale, umana e politica del più importante partito della sinistra italiana».

 

Le minoranze usano il governo per liberarsi di Renzi?

«L’ex segretario non va affrontato su questo terreno dai suoi avversari, tra i quali ci sono anche io, ai fini di indebolirlo, ma va coinvolto in questo processo. Deve sentirsi protagonista. Renzi condiziona oltre il 50% del Pd. Chi pensa di ignorarlo o di trattarlo con la stessa arroganza che userebbe lui commette un errore gravissimo. li bene del Paese viene prima della lotta interna».

 

I renziani fanno muro, ma intanto Luca Lotti tratta.

«Renzi non deve trattare a titolo personale attraverso i suoi amici, ma dentro gli organismi e con il reggente. E deve dimostrarsi più moderno dei suoi avversari, perché la cosa più importante non è controllare il partito, ma vincere le elezioni e cambiare il Paese».

 

Perché il presidente della Puglia punta tutte le sue carte sul M5S?

«Le faccio un esempio. Io ho interesse che la trattativa sull’Ilva avvenga con un governo legittimato, che consenta di stabilire se la fabbrica deve continuare a funzionare o se debba essere chiusa. Ho chiesto al governo in carica di sospendere le trattative perché un ministro come Calenda, che non ha più nessun ruolo, le sta portando avanti in contrasto con il programma di governo del M5S».

 

Vorrebbe Fico o Di Maio a Palazzo Chigi?

«Per me è indifferente. Mattarella ha dato l’incarico a Fico, ma se ci riesce Di Maio per me è la stessa cosa. Io cerco un presidente del Consiglio con cui discutere della salute dei tarantini. Ma intanto, qualcuno fermi Calenda».

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