Caro Direttore,
ieri, il suo editoriale ricordava che la sfida è quella di procedere lungo il «sentiero stretto» dell’emergenza sanitaria, economica e sociale innescata dall’epidemia del coronavirus «senza spegnere il motore dell’economia».
È una sfida di cui il governo ha piena consapevolezza. Anche nel discorso di mercoledì sera con cui si annunciavano le ulteriori, forti misure per il contenimento della diffusione dell’epidemia, il Presidente Conte ha ricordato la necessità di mantenersi lucidi e responsabili perché «non dobbiamo fare una corsa cieca verso il baratro».
Ribadita, allora, la priorità dell’intervento di rafforzamento del nostro sistema sanitario (ancora una volta, grazie a chi sta in prima linea), rispondere all’impatto dell’epidemia sull’economia mantenendo saldo (per dirla con il suo titolo) «il primato della ragione sull’emotività», motivo per cui abbiamo salvaguardato dalle ulteriori restrizioni la filiera editoriale significa avere chiari gli obiettivi: difendere il lavoro, sostenere la liquidità delle imprese, agire sul versante fiscale, sbloccare buoni investimenti pubblici.
Gli obiettivi: difendere il lavoro, sostenere la liquidità delle imprese, agire sul versante fiscale, sbloccare buoni investimenti pubblici
Difendere il lavoro: è quanto intendiamo fare con la massima inclusività degli strumenti di cassa integrazione e del fondo di integrazione salariale. Il ministro dell’Economia e delle finanze Gualtieri ha usato parole chiare: lavoriamo affinché nessuno perda il lavoro a causa del coronavirus.
Sostenere la liquidità delle imprese: Sace e Cassa depositi e prestiti sono già in campo. Continueremo inoltre a potenziare il Fondo centrale di garanzia per le piccole e medie imprese e attiveremo parziali garanzie statali in funzione della sospensione dei pagamenti di rate di mutui e prestiti bancari. Agiremo, ancora, per il rafforzamento dei bilanci degli istituti di credito, puntando a rendere disponibile nuovo capitale bancario per nuovi finanziamenti a famiglie e imprese.
Fisco: siamo impegnati non soltanto sul versante della proroga degli adempimenti, ma anche sul versante della definizione di misure di sospensione dei versamenti tributari e contributivi. Misure lo sottolineo eque, che tengano cioè conto delle effettive cadute di fatturato.
Investimenti: semplificare e rafforzare capacità progettuale e realizzativa delle pubbliche amministrazioni per fare presto e bene. Resta questo lo snodo cruciale che stiamo tenacemente affrontando.
Gli obiettivi sono chiari, dunque. Ed è chiaro l’impegno a carico della finanza pubblica che si viene configurando. Non deflettiamo comunque dall’esercizio del «primato della ragione». Anche in occasione dell’autorizzazione al maggiore disavanzo richiesta al Parlamento, il governo ha così confermato la sostenibilità della finanza pubblica e la ripresa del percorso di aggiustamento e di crescita dopo il superamento della fase emergenziale.
Operiamo, inoltre, mantenendo un confronto saldo e costruttivo con le istituzioni europee. I risultati di questo metodo si stanno progressivamente rafforzando. L’auspicio, comunque, resta che questa nuova e comune emergenza europea sia occasione e ragione per un’Europa che torni a pensare e ad agire in grande. Lo ha detto Romano Prodi: «Parlare di eurobond è sempre stato un sacrilegio e ora voglio solo sperare che il pericolo mortale porti il cambiamento decisivo per salvarci».