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Direzione del 25 Febbraio, Ordine del Giorno

Nella scelta dei Ministri del governo Draghi le competenze e le capacità delle democratichenon sonostate prese in considerazione. È una ferita per tutto il Partito Democratico, il riconoscimentoe l’affermazionedei diritti delle donne non si esauriscono in una nomina, e del restonella composizionedell’intera squadra di governo la parità di genere viene rispettata, ma non sipuò sottovalutarel’impatto simbolico e la crisi di credibilità che questo ha determinato.

L’affermazione delle donne nella sfera pubblica è un cammino che si costruisce passo dopopasso, partendodalla storia e dalla forza delle donne, mettendo al centro dell’agenda politica equitàe giustiziasociale, investendo sulle politiche di genere e pari opportunità per ogni persona, nessunaesclusa.

La democrazia paritaria è qualità della democrazia di un Paese, ma trova resistenze in unsistema costruitoa misura degli uomini, in un Paese segnato da profonde disuguaglianze di genere,dove giàprima della pandemia solo il 49% delle donne lavorava e il 27% delle donne lasciava illavoro dopola nascita del primo figlio. Tra i cittadini che non cercano più un impiego le donneprevalgono nettamente. Il carico della cura familiare è praticamente solo sulle spalle delle donne. Ilpotere restasostanzialmente una cosa per soli uomini. La violenza maschile contro le donne continuaa crescere, come conseguenza di tutto questo e non semplicemente come retaggio di unacultura patriarcalee maschilista propria di un modello sociale che credevamo ormai alle nostre spalle.

Il Partito Democratico fonda le sue ragioni costitutive e statutarie nella parità di genere e ilsuo profilopolitico programmatico nella rappresentanza delle condizioni e delle aspirazioni delle donnee della loro libertà.

Una forza che vuole essere dalla parte delle persone e rappresentare idee di libertà,giustizia socialee di emancipazione, deve essere un partito di donne e uomini, sapendo che è unasfida quotidiana, che riguarda l’applicazione del principio statutario della parità di genere, ma inegual modola promozione di una cultura attenta alle differenze e alla dimensione di genere dellapolitica edella società.

Con questa consapevolezza dal congresso ad oggi si è messo in moto un processodi cambiamentodel partito. Vive di nuovo la Conferenza delle democratiche, luogo autonomodelle donne, di elaborazione e di iniziativa politica. Vi è una segreteria paritaria, le responsabilità dei dipartimenti sono equamente condivise. La presidenza del partito è interamente femminile.La presidenzadella commissioni parlamentari sono stata assegnate in modo paritario nei gruppi.Il nuovostatuto del partito assicura a tutti i livelli la presenza paritaria di donne e di uomininegli organismidi garanzia e nei suoi organismi esecutivi, garantisce la parità tra i generinelle candidaturenelle assemblee elettive persegue l’obiettivo del raggiungimento della parità ancheper lecariche monocratiche istituzionali e interne. A questo si è accompagnato un lavoro sul profiloprogrammatico di tutto il partito, la proposta e l’elaborazione di un Women New Deal.

Un cambiamento che per vivere davvero deve incontrare un rinnovato radicamento territorialee unacapacità del partito di aprirsi alla società e investire sulle donne. Non sempre questoavviene nellenostre declinazioni territoriali le segretarie di federazione sono 16 su 115, quelle regionali 3su 21 mentre nelle posizioni apicali nazionali, fatta eccezione per la Presidente e la presidenza, il PDè rappresentato da una leadership interamente maschile. Anche per questo l’immagine chetrasmettiamo all’esterno è quella di un partito in cui l’unico pluralismo è legato alle aree politiche.

La pandemia ha interrotto ormai da un anno la normalità della nostra vita. Ha modificatoper semprela certezza dell’invulnerabilità dei tempi moderni e l’ha sostituita con la percezione della fragilità, tanto intensa quanto imprevista.

Di sicuro in questo tempo sospeso, e contemporaneamente di accelerazione dei processi, sono emersi i limiti strutturali del nostro sistema economico e sociale e per converso la necessitàdi renderlomigliore, più sostenibile per le persone e per l’ambiente.

Il nostro paese ha subito più di altri i contraccolpi economici e sociali perché non ha mai superatoi limitistrutturali che ne hanno frenato nel tempo la crescita: la scarsità di investimenti nell’istruzionee nella ricerca; nelle infrastrutture sociali; in quelle materiali e immateriali; il modello di specializzazione concentrato sui settori più esposti alla concorrenza internazionale; unWelfare novecentesco; il divario tra Nord e Sud; la dimensione delle imprese; lo stato dellapubblica amministrazione. E perché soprattutto non ha investito sulla leva più potente di crescita di sistema:l’aumento della occupazione femminile.

Di fronte alle sfide poste dalla pandemia, una crisi sanitaria che ben presto è diventata economicae sociale, le democratiche, con le loro iniziative fuori e dentro le istituzioni, hanno partecipato alla definizione dell’agenda politica del Partito Democratico, nel lavoro fatto sul Recovery Plan e nelle proposte programmatiche consegnate al Presidente Draghi.

In questi mesi molto voci collettive di donne come Il Giustomezzo, Siamo siciliane,le Contemporanee, Dateci voci, unite nella campagna Halfofit, si sono levate per proporre un idea di paese e di Europa differente e la destinazione del 50 per cento delle risorse del Recovery Fund all’aumento delle infrastrutture sociali e dell’occupazione femminile. Le donne del Pd, insiemeal movimentocollettivo delle associazioni, e con il loro stare nella pandemia, hanno rappresentatolo sguardodel partito sui bisogni reali del Paese, peraltro attirando sul partito uno sguardo nuovodi fiduciae riconoscimento di valore. In tutto il mondo questo sguardo differente è divenutoleadership autenticae autorevole incarnata nei corpi di donne al governo di Nazioni eorganismi internazionali. Non in Italia e non per il Partito Democratico, che pure ha scritti questi valorinel proprioStatuto fondativo.

Per questo l’assenza di ministre del Partito democratico nel governo Draghi ha sollevato una fortereazione negativa nelle nostre iscritte e nostri iscritti e tra le nostre militanti e i nostri militanti e ha anche determinato una caduta di autorevolezza nei rapporti con le associazioni e l’intera società.Per la distanza tra le affermazioni e la pratica e perché ha proiettato l’immagine di un partito nonin sintoniacon la realtà del paese fatta di donne e uomini.

L’intenso ed articolato confronto svolto in seno alla Conferenza nazionale delleDonne Demall’indomani della composizione del Governo ha evidenziato la necessità cheil Partitotutto si faccia carico di questa occasione perduta e tragga spinta e ragione per trasformare una ferita in opportunità, per dimostrare che la cultura delle differenze e il rispetto per l’impegnodelle donne si sostanziano in politica agita.

Per questo si ritiene urgente ed essenziale che venga rispettato il principio della parità di generea tuttii livelli e in tutti gli organismi sempre e che si assumano iniziative adeguate.

In particolare:

1. la selezione dei gruppi dirigenti locali, regionali e nazionali e delle responsabilità individualiinterne ed esterne al Partito deve avvenire nel rispetto di questo principio, partendo dall’introduzione di prassi inclusive e di condivisione, di valorizzazione delle competenze delle donne dem.
2. attuare il principio della parità di genere nel partito, nella delegazione di governo e nelleposizioni apicali. Nel rispetto dell’autonomia dei gruppi parlamentari, il principio va applicato

 

 

 

 

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