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Delrio: «Togliere tutti gli alibi. Nessuno andrà a testa alta se nel partito cede la diga»

«Faremo di tutto, fino all’ultimosecondo. La scissione sarebbe una grande sconfitta, per tutti. In primo luogo per chi la provoca, ma anche per tutto il gruppo dirigente».
 
Graziano Delrio, teme che Renzi passi alla storia del Pd come il segretario della scissione?
«Renzi ha fatto ogni sforzopossibile, si è mostrato sempre disponibile a seguire le indicazioni della minoranza. Lui voleva fare il congresso a dicembre, poi ha accettato di posticiparlo, quindi gli hanno chiesto che il partito fosse contendibile con primarie aperte. E infine dai candidati, Rossi, Speranza, Emiliano e anche Cuperlo, si è alzata la richiestaprepotente del congresso subito».
 
Quindi Renzi non cambia idea, congresso subito e scissione?Tre elettori su quattronon la vogliono.
«Il nostro popolo vuole il Pd unito. Il tempo è prezioso, se lo sfruttiamo possiamo ancora evitare questa tragedia. Bisogna assolutamente che Bersani, Speranza e gli altri vengano domenica in assemblea e continuino a sentire il Pd come casa loro. Sono disposto a spostare una sedia, anche la mia, per far loro posto. Non fermiamoci, continuiamo a discutere. Scriviamo assieme regole comuni che tutelino moltissimo le minoranze».
 
Lei lancia un altro, accorato appello. Ma per i bersaniani fate solo tattica, finte mediazioni per non restare con il cerino in mano. È così?
«No, le ultime disponibilità vanno valutate senza pregiudizi. Se diciamo di sfruttare ogni secondo utile non è per tattica, ma perché ci crediamo. La scissione sarebbe una tragedia. IlPd non è di nostra proprietà, è una eredità preziosa che appartiene ai cittadini e agli elettori».
 
Renzi ha chiamato Emiliano per provare a spaccare il patto con Speranza e Rossi?
«No. È stato un altro tentativo in extremis, come l’intervista al Corriere in cui Renzi ha mostrato grande disponibilità e apertura perché il partito resti unito. Le proveremo tutte, fino all`ultimo minuto».

 

Eppure lei stesso nel fuorionda fa capire che i renziani sarebbero contenti se Bersani e Speranza se ne andassero, liberando un po’ di posti nelle liste…
«Io non ho detto questo. Dico che in questo momento è meglio pensare ai destini del Pd e della nostra gente, più che ai calcoli di chi crede che, divisi, ci sarebbero più posti nelle liste. Non ascoltiamo i cattivi consiglieri, ma gli elettori che ci implorano di fare ogni sforzo».
 
D’Alema, Bersani e compagni rompono per le idee o per prendere più parlamentarialle politiche?
«Questi pensieri li accarezzano soprattutto i tifosi, non i leader. Io non oso pensare
questo di un dirigente di primo livello come. Bersani, che ha contribuito in maniera importante alla nascita dell`Ulivo. Il momento è molto grave e sono sicuro che Bersani stia soffrendocome me».
 
Perché non volete concedere altro tempo per discutere nel merito, rinviando le primarie a settembre?

«Su questo sono d’accordo con Fassino, ci sono dei paletti temporali che non possono cambiare, perché abbiamo delle scadenze. È molto importante che la fase congressuale si esaurisca prima delle amministrative. Dobbiamo arrivarci con una proposta forte, avendo prima di giugno un quadro chiaro anche sulle alleanze. Il percorso deve avvenire in mezzo ai militanti, non in mezzo alle polemiche. L`altro
paletto lo ha messo Bersani, quando ha detto che la riflessione del Pd è urgente e non si può rimandare».

 

Lei continua a difendere Renzi, non la imbarazza essere apparso antirenziano inquel fuorionda? La minoranza ci ha visto la conferma che la ragione è dalla loro parte.
«No, attenzione, io ho detto semplicemente quel che a Renzi avevo detto in privato.
Tra noi infatti non c`è alcuna ombra. Sono sempre molto franco, non ho nulla da nascondere.Avevo appena discusso con lui, gli avevo detto “fai un gesto anche se pensi sia inutile”, perché voglio che non lasci alibi a nessuno».

 

Lui però non lo ha fatto. Nemmeno una telefonata, davvero?
«Era una battuta, perché Bersani aveva affermato di non aver ricevuto nemmeno una telefonata. L’intervista del segretario al vostro giornale era di massima apertura, quindi Renzi ha fatto ben di più. Come segretario si è comportato con assoluta correttezza».

 

Renzi si è arreso, o farà un ultimo tentativo in assemblea?
«Non lasceremo niente di intentato, nessuno potrebbe andare a testa alta dopo un
episodio del genere. La scissione sarebbe la frattura nella diga, che oggi è ancora solida contro i populismi e la rabbia sociale. Ma io sono anche convinto che nessuno possa imputare a Renzi il minimo di responsabilità».

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