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Delrio: “I 5 Stelle come la destra sovranista e anti-europea: cambiarli è un’illusione. Ora opposizione radicale”

Avete notato che nessuno parla di lavoro e di salario minimo? Nei loro conciliaboli sul contratto queste parole non esistono. E non esiste il tema dei lavoratori e delle imprese».
Graziano Delrio considera «il governo delle destre» un pericolo per il Paese e non ritiene che il Pd si porti addosso alcuna responsabilità di questo sbocco. «Assolutamente no. Se qualcuno nel Pd sperava di poter determinare un spostamento di asse nei Cinque stelle, coltivava un’idea illusoria, anche se legittima. La loro ragione sociale è quella di un partito populista e tendenzialmente influenzato dalla destra nazionalista e sovranista, antieuropeista».
Il capogruppo Dem si predispone alla traversata del deserto con spirito battagliero. «Terremo una posizione molto radicale, non pensino di trovare un’opposizione moderata. Certo lo saremo nel linguaggio e nei modi, non ci imbavaglieremo e non faremo sceneggiate come loro. Ma non faremo sconti».

Dunque avete fatto bene a rifiutare il dialogo con i Cinque stelle? Fassino, Veltroni e molti altri pensano che avreste fatto meglio a sedervi al tavolo…
«Anch’io ero per il dialogo. Il confronto non ci spaventava, ma nessuno ha chiuso, nemmeno Renzi. Ha detto che il nostro popolo era contrario e il giorno dopo Di Maio ha colto la palla al balzo, poteva invece dire che aspettava la Direzione. Ma è chiaro che, a distanza di un mese dalle elezioni, con tutto ciò che ci eravamo detti in campagna elettorale e senza il trasformismo che vediamo in queste ore, sarebbe stato complicato trovare un’intesa».

E con Forza Italia ora sarete compagni di avventura, entrambi sulle barricate?
«Beh, se il buon giorno si vede dal mattino, finora si sono spartiti tutte le poltrone. Anche quelle destinate all’opposizione. E vedremo se sarà Forza Italia a occupare le due posizioni chiave, la presidenza del Copasir e della Vigilanza Rai con il voto dei grillini. In tal caso sarà palese che Salvini è al tavolo per conto del centrodestra: sarebbe l’ennesimo inganno verso gli elettori. Sarà un Berlusconi di lotta e di governo con buona pace di Di Maio».

Quando arriveranno leggi molto popolari come quella sui vitalizi o misure sulla povertà, le voterete?
«A noi stanno a cuore gli italiani prima di tutto. E in attesa di fare bene i calcoli sul reddito di cittadinanza, salvino ciò che abbiamo messo in campo noi. Diano la copertura di 4 miliardi al reddito di inclusione attiva, si può sradicare la povertà in 12-18 mesi perché la macchina è partita».

E la fiat tax?
«È stata usata da governi americani di destra per ridurre le tasse a cittadini facoltosi sperando di introdurre dinamismo nell`economia. Come sanno tutti gli economisti, toglierà tasse ai ricchi ed entrate allo Stato che servivano per finanziare scuola, sanità e servizi sociali che inevitabilmente saranno ridotti. Stessa cosa dicasi per la legge Fornero: se la aboliscono, tra tre anni pensioni dimezzate e i nostri figli non le prenderanno».

Come vi preparate ad una rinascita? Costruendo una coalizione di centrosinistra larga insieme ai fuoriusciti dal Pd guidata da Gentiloni?
«In questo momento non interessano i contenitori, i leader, ma i contenuti che dobbiamo aggiornare. Abbiamo un grande nemico che è la disuguaglianza. C`è una crisi mondiale della sinistra e delle risposte a questo modello di sviluppo. Va messa in campo una critica più forte al capitalismo che non distribuisce più ricchezza, con le banche che guadagnano miliardi in tre mesi e le piccole imprese che non ce la fanno. Abbiamo un grande orizzonte che è un`Europa più forte e la difesa della democrazia liberale e dei diritti delle persone. Dobbiamo tornare ad essere un luogo dove si elabora pensiero».

Martina può accompagnare il Pd fino al congresso? E lei resisterà alle pressioni per farla candidare segretario?
«Entro la fine dell’anno faremo il congresso che culminerà con le primarie. Ma i primi quattro mesi si parli del riposizionamento del Pd e del centrosinistra e poi solo in un secondo momento di persone. Io non sarò candidato, ma auspico una competizione che aiuti a collegarci sempre più al nostro popolo. Quanto a Martina, se dovesse candidarsi alle primarie sarebbe bene che ci fosse una competizione ad armi pari. Abbiamo ottimi dirigenti che possono svolgere questo ruolo».

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