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Delrio: “In Emilia vinciamo, la nostra forza è la capacità di dare soluzioni ai problemi della gente”

Graziano Delrio, capogruppo dem, i 5Stelle correranno con liste e candidati propri alle regionali. Quanto danneggiano il Pd e soprattutto la corsa di Bonaccini in Emilia?

«Non lo danneggiano perché la nostra forza non sta nelle alleanze ma nella capacità che abbiamo messo in campo come coalizione di centrosinistra di dare soluzioni ai problemi della gente. L’Emilia Romagna ha un sistema di trasporti all’avanguardia con treni nuovi per i pendolari, una sanità tra le migliori d’Europa. Faccio questi esempi, per dire che c’è stata una dedizione ai problemi delle persone, che potrà essere migliorata, ma noi non parliamo in politichese e non corriamo dietro a nessuno».

Però lo stesso Bonaccini ha detto che così i grillini fanno un regalo alle destre.

«La coalizione che governa a livello nazionale poteva essere riproposta, malgrado la sconfitta in Umbria, perché il dialogo con i 5Stelle era avviato già da tempo in Regione».

Ma ci sono ancora margini di trattativa, nonostante Di Maio sia stato categorico?

«La posizione emersa nella piattaforma Rousseau è molto netta. E un risultato annunciato. Se chiedo a un militante del Pd se vuole sciogliere il Pd, è evidente che la risposta è no. Era quindi un risultato atteso. Forse la domanda andava posta diversamente, e cioè se si voleva un’alleanza a livello regionale come a livello nazionale. E doveva essere interpellata soprattutto la base dell’Emilia Romagna».

Esiste l’ipotesi che Di Battista possa prendere la leadership dei 5Stelle dopo Di Maio. In questo caso il Pd potrebbe mantenere l’accordo con i 5Stelle?

«Il Movimento deciderà i suoi vertici da solo. Certamente una parte dei 5Stelle sono contrari all’alleanza cori il Pd e, se prevarranno, il dialogo sarà più difficile. Però la politica non si fa con i “se”. Noi ci confronteremo con chi sarà il capo politico».

Se in Emilia Romagna vince Salvini, cade il governo giallo-rosso?

«L’Emilia Romagna è una regione importantissima del Paese, che il Pd guida con orgoglio. Per noi Dem sarebbe una sconfitta difficile da assorbire: non dobbiamo essere ipocriti. Ma sono molto contento della reazione della gente comune, delle “sardine” che occupano le nostre piazze non perché convocate da un capo ma perché credono in principi diversi da quelli di Salvini, e non abboccano».

E Zingaretti salterebbe come segretario del Pd?

«Il segretario non è sotto giudizio per una regione, neanche se si tratta dell’Emilia». ‘

Tempi bui per il governo, lo ammetta.

«Questo è un governo che ha ricevuto in eredità dal chiacchierone di Pontida 23 miliardi di tasse per gli italiani, gli investimenti allo 0% e la crescita allo 0%. Ha da scalare la montagna lasciata da chi oggi fa la predica».

Siete divisi su tutto. Lo scudo penale per l’ex Ilva va fatto o no?

«È stato un grave errore togliere lo scudo, dando un pretesto ad Arcelor Mittal. Va detto che l’azienda ha cercato quel pretesto avendo problemi più sostanziali, tanto da volere discutere subito dei 5 mila esuberi. L’azienda si risieda al tavolo, tolga di mezzo i 5 mila esuberi. Prima di tutto vengono i lavoratori. Il governo non può permettere a una multinazionale di firmare un contratto e in pochi mesi di scappare via. Se, come pare, c’è la disponibilità a ragionare, il governo metterà sul piatto anche lo scudo».

E il salva-Stati? Potete accettare il rinvio della firma del trattato da parte dell’Italia?

«Questa è una tempesta in un bicchiere d’acqua. Il salva-Stati non prevede la ristrutturazione del debito, che è la cosa che ha fatto gridare allo scandalo e che sarebbe inaccettabile anche per noi. Inutile perciò lanciare allarmi, che sono l’ennesima fake news di Salvini. Se Di Maio è allarmato, può tranquillizzarsi».

Fibrillazioni anche sulla manovra con i 1.500 emendamenti della stessa maggioranza.

«Questa manovra è fatta in condizioni proibitive e tuttavia si sono tolte tasse per 26 miliardi di euro con lo stop all’aumento di 23 miliardi di Iva e i 3 che sono entrati in tasca ai lavoratori con il cuneo fiscale. Il governo ha fatto la sua parte, il Parlamento ora affronta alcune misure indispensabili: ad esempio, la gradualità della plastic tax. Già ieri abbiamo tolto l’Imu alle regioni terremotate».

Dalle scissioni del Pd, sorgono nuovi partiti: dopo Italia Viva di Renzi, ora Azione di Calenda. Dovrebbe preoccuparvi.

«Di scissioni ne ricordo tante, da Rutelli a Civati, da Bersani a Renzi e a Calenda. Dividere non porta fortuna. Per fare grandi riforme c’è bisogno di grandi partiti popolari, non di partiti personali».

Con alleati di governo così ondivaghi come i 5Stelle, sperate in Beppe Grillo?

«Loro stessi dichiarano di essere in difficoltà e noi prendiamo atto delle loro dinamiche interne. Si confronteranno con il loro fondatore che nei momenti difficili, immagino, dia qualche aiuto. Ma io non ho consigli da dare».

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