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Delrio: “Accarezzano le paure, ma ora basta propaganda, temo il populismo demagogico”

Sintesi dell’intervista di Alessandro Di Matteo su La Stampa

 

“Speriamo non si ricominci con l’utilizzo dell’immigrazione come strumento di propaganda. Il ministro dell’Interno vuole verificare la correttezza delle procedure, questo è legittimo. Ma chi parte non lo fa perché conta sulle Ong, ma perché gli è stata offerta una possibilità di fuggire dalla fame. Nessuno discute che si debba fare lotta vera ai trafficanti di uomini, criminali veri”, inizia così Graziano Delrio la sua intervista a La Stampa, e aggiunge: “Servono flussi regolari, corridoi umanitari, innovazione del nostro governo da un’idea di Andrea Riccardi. Non accetteremo che si calpesti la dignità delle persone per scopi propagandistici”.

Prosegue: “In presenza di richieste di soccorso, in base al diritto del mare, non puoi non intervenire. Non troviamo scuse per la guerra alle Ong, il problema va affrontato sul piano politico. Il tema vero è il trattato di Dublino, che stabilisce che il punto di approdo è quello dove i migranti rimangono. Da tempo ne chiediamo la revisione, solo che proprio i nazionalisti amici di Salvini hanno votato contro”.

Sul tema della famiglia Delrio spiega: “Dico due cose: la prima è che il papa, non un pericoloso comunista, ha ricordato che la famiglia non è un’ideologia, è fatica e gioia comune. E poi: l’assegno unico è la più grande riforma a sostegno della famiglia. Noi l’abbiamo fatto e ora va potenziato. La destra parla di tornare al concetto del quoziente familiare. Non si rimetta mano alle cose che funzionano. Con l’ideologia non si fa il bene del Paese. La mia preoccupazione grave è che questa destra trovi suo collante attorno a ideologie scollegate dalla realtà, non vedo il pericolo del ritorno al fascismo, ma temo il populismo demagogico che fa credere a tutti che le colpe siano di altri”.

Un passaggio sulle politiche per la lotta all’evasione: “L’evasione non si combatte regalando agli evasori tasse basse, ma facendo pagare meno tasse ai lavoratori dipendenti e con politiche intelligenti. Scuola e sanità si finanziano con le tasse di tutti. Chi non paga sottrae fondi agli ospedali che curano i nostri malati. Dovremmo dire che abbassiamo le tasse e nello stesso tempo combattiamo l’evasione, invece loro annunciano un grande condono”.

Delrio chiude parlando della posizione sulla guerra in Ucraina: “Io ho sempre preso posizioni molto nette: a favore del sostegno della resistenza ucraina e anche a favore di una grande iniziativa diplomatica da parte dell’Europa. Una carenza grave della Meloni è la mancanza di un impegno preciso dell’Italia per ottenere una tregua. Ma pacifismo non significa girarsi dall’altra parte di fronte alla prepotenza. Per noi non era accettabile che Putin violasse il diritto internazionale, non si può invocare la resa del popolo ucraino. Questo non significa essere contro la pace, rimango profondamente pacifista. Andremo alla manifestazione del 5 novembre molto sereni, convinti di poter stare con quel popolo”.

 

Intervista integrale su La Stampa

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