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De Micheli: “Ricostruzione partita, serve una legge per gli abusi piccoli”

Lo Stato pagherà tutte le spese affrontate dai cittadini per la ricostruzione, ma il dopo sisma non farà da copertura ad alcun abuso edilizio. A quasi due anni dalle scosse, il commissario straordinario alla ricostruzione, Paola De Micheli, fuga ogni dubbio a riguardo. E oltre a ribadire la sua posizione neutrale rispetto al dibattito politico, richiama l`attenzione sulle inchieste giudiziarie e sulla necessità di snellire meccanismi procedurali.
 

Commissario De Micheli, a quasi 20 mesi dal terremoto possiamo cominciare a parlare di ricostruzione?

 
«La ricostruzione è partita. Per la privata iniziano ad esserci dei segnali, e il primo effetto dell’ordinanza 46 è che sono emersi finalmente i problemi veri della ricostruzione privata: gli abusi edilizi non sanabili, per alcuni dei quali dovremo fare una legge che interverrà in maniera puntuale. Poi c`è la paura delle persone di non ricevere i rimborsi per le spese affrontate. Stiamo spiegando in tutti i modi che tutto, ma proprio tutto, sarà pagato dallo Stato.
 

D’accordo, ma nei Comuni un po’ si soffre, no?

 
Sono in corso di approvazione le perimetrazioni, perché abbiamo avuto i dati sulle microzonazioni: questo strumento urbanistico ci consentirà di ricostruire meglio e in sicurezza i centri storici, intervenendo laddove serve anche sul dissesto idrogeologico. Parallelamente stiamo concludendo i processi di delocalizzazione delle attività produttive e in alcuni centri questo garantisce di mantenere i posti di lavoro. Sullo sviluppo economico dobbiamo modificare alcune cose: prorogare la cassa integrazione in deroga e modificare l’impianto normativo della zona franca urbana per il 19/20».
 

Nel caos del post emergenza, forti criticità si sono registrate anche nella definizione di un quadro normativo fatto a colpi di ordinanze che più volte ha manifestato la sua fragilità, come nel caso dei sequestri di Norcia. Avete pensato a un testo unico dell’emergenza per evitare, in situazioni così complesse, di dover riscrivere e aggiustare norme che non rispondono pienamente alle esigenze del momento?

 
«Non c’è alcuna fragilità. L’ordinanza emergenziale della Protezione Civile che autorizza la costruzione del centro polivalente di Norcia è la stessa utilizzata per tutti i terremoti precedenti. Abbiamo fatto valutazioni di governoe con tutti i gruppi parlamentari nel merito di queste norme e le abbiamo ritenute appropriate. La Protezione Civile da sempre opera attraverso ordinanze.Sulla ricostruzione abbiamo il decreto 189 e le ordinanze attuatine del Commissario».
 

In tema di ricostruzione per danni lievi, gli Uffici Regionali registrano ritardi e lentezze nella presentazione delle domande. Pensate di prorogare la scadenza del 30 aprile?

 
«Il problema delle scadenze mi sembra meno impellente perché a seconda del numero di domande presentate valuteremo il da farsi. In questi giorni ho tenuto i contatti con tutti i gruppi parlamentari proprio per concordare con loro i contenuti di eventuali modifiche normative».
 

A fronte dei milioni stanziati per messa a norma e adeguamento sismico di scuole, ospedali, grandi strutture pubbliche, si comincia a porre il problema se non sia più conveniente e sicuro costruire edifici nuovi piuttosto che riparare quelli esistenti.

 
«Nel cratere, laddove è stata valutata come più conveniente, abbiamo già autorizzato la costruzione di edifici nuovi, come per le scuole di Macerata. Fuori dal cratere, le valutazioni per l’attuazione della normativa ordinaria sono di competenza dei comuni».
 

La situazione politica appare ingarbugliata. Lei come la vive?

 
«Il mio incarico termina il 12 settembre. Non mi sono fermata un solo giorno, neanche durante la campagna elettorale. Come avevo chiesto di tenere fuori la ricostruzione allora, così adesso mi tengo lontana dal dibattito sulle consultazioni. A presto la relazione dettagliata sulla ricostruzione per il Parlamento. E poi? Continuero a lavorare h24».

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