“Il rapporto di Confindustria conferma che l’economia italiana sta accelerando la sua ripresa anche oltre le aspettative del Governo e che la politica di riforma del mercato del lavoro è stata il vero punto di svolta.
Il Jobs Act sta generando una recupero di occupazione che sorprende, per la prima volta dopo molti anni in meglio, le attese generali. Esistono rischi internazionali a cui la nostra economia è sottoposta e la necessità di continuare a ridurre il carico fiscale sul lavoro”. Così Filippo Taddei, responsabile Economia e Lavoro del PD.
“Il PD è ben consapevole di ciò, tanto che ne ha fatto il tratto distintivo della propria politica fiscale. Più delle affermazioni contano i fatti, tutti permanenti e strutturali: alla riduzione fiscale per quasi 10 miliardi di euro del bonus 80 euro, si è aggiunta quella per quasi 5,5 miliardi dell’IRAP.
Se si aggiunge la decontribuzione sui neoassunti che vale, nel triennio dal 2015 in avanti, quasi 10 miliardi di tasse in meno per chi assume e viene assunto, ci troviamo di fronte ad una operazione di riduzione delle tasse sul lavoro senza precedenti. Per questo stiamo infatti valutando le diverse opzioni per mantenere una efficace decontribuzione anche in futuro. Questa politica economica ha un futuro e non solo un passato.
A quanto fatto si aggiunge infatti un percorso fatto di riduzione aggiuntiva delle tasse su chi lavora e crea lavoro che, passando per abolizione di IMU agricola e imbullonati nel 2016, si estende alla riduzione delle tasse per le imprese nel 2017 e dell’IRPEF nel 2018”.
“I dati sull’occupazione diffusi oggi dal Centro Studi di Confindustria sono importanti non solo perché confermano le precedenti fotografie di Istat e ministero del lavoro, ma anche e soprattutto perché evidenziano un trend in deciso aumento.
Nel biennio 2015-2016 avremo 500 mila occupati in più: vuol dire che l’incremento già registrato continuerà e che grazie al Jobs Act siamo riusciti ad agganciare la ripresa per creare posti di lavoro. E se questo non sarà sufficiente per tornare al numero di occupati pre-crisi perché non si può risolvere tutto in un anno, siamo comunque di fronte un incremento strepitoso rispetto al 2014. Grazie al governo Renzi e al PD siamo sulla strada giusta, l’Italia si sta riprendendo davvero”. Lo dice Annamaria Parente, capogruppo del PD nella Commissione Lavoro.
“I dati di Confindustria sono l’ennesima conferma: dopo molti anni, finalmente cresce l’occupazione, anche grazie all’export. E cresce non di poco: mezzo milione di nuovi posti di lavoro. Posti veri e non promesse, perchè certificati dagli imprenditori. Merito anche delle tante riforme realizzate o in arrivo”. Lo afferma il Vice Presidente del Gruppo PD al Senato, Stefano Lepri, componente Commissione lavoro.
Il Centro studi di Confindustria rivede al rialzo le stime di crescita dell’economia italiana sia per l’anno in corso che per il prossimo, si legge nel rapporto: “nel 2015 il Pil registrerà un incremento dell’1% (dallo 0,8% delle previsioni diffuse a giugno), nel 2016 dell’1,5% (dall’1,4% di giugno).
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Il 2015 segna per l’economia italiana il primo progresso dopo tre cali annuali consecutivi che hanno portato a una riduzione cumulata del Pil del 4,9 per cento. L’ampiezza del recupero quest’anno è la più robusta dal 2010, quando si era avuto un progresso dell’1,7% sul 2009.
Provvedimenti inseriti in primo luogo nella legge di Stabilità che è in cantiere, possono rafforzare l’intensità del recupero dell’economia italiana”.
Il tasso di disoccupazione calerà più del previsto: “il Centro studi di Confindustria rivede al ribasso le sue previsioni rispetto alle precedenti diffuse a giugno, stimando per il 2015 un 12,2% (da 12,3%) e per il 2016 un 11,8% (da 12%)”.
Nel capitolo ‘scenari economici‘ emerge che nel biennio 2015-2016 “avverrà la creazione di 494 mila posti di lavoro. Il biennio previsivo si chiuderà con 278mila occupati in meno rispetto a fine 2007 ma con +494mila rispetto al 2014″. Risultato, si sottolinea,”delle nuove misure sul lavoro: sgravi contributivi e Jobs act”.
Sul piano della sostenibilità dei conti pubblici, l’Italia ha compiuto grandi progressi ed è in condizioni più solide di quasi tutti gli altri Paesi europei. “Il saldo primario della Pa è proiettato nel 2016 al 2,2 per cento del Pil, era al meno 0,9% nel 2009. Quello delle partite correnti viaggia verso il 2,4 per cento del Pil e stava al meno 3,5% nel 2010. All’appello manca il riposizionamento su un sentiero di più alta crescita. “Una carenza cruciale”, evidenzia il Csc.
L’inflazione resta molto bassa, ma senza rischio deflazione: nello scenario del Centro studi di Confindustria, la dinamica annua dei prezzi al consumo resterà poco sopra lo zero nel 2015, attestandosi in media a +0,2%, come previsto a giugno. In seguito, “continuerà a salire lentamente”, portandosi a +0,7% in media nel 2016 (+0,6% la stima precedente). Risalgono, invece, i consumi: il Csc prevede che la spesa delle famiglie aumenti dello 0,9% nel 2015 e dell’1,5% nel 2016 (dallo 0,6% e 1,2% delle previsioni di giugno)”.