Prorogare l’indennità di disoccupazione per i collaboratori; progettare e mettere in piedi un nuovo ammortizzatore che possa davvero compensare la fine della mobilità e della cassa in deroga; far partire dal primo maggio, senza indugi e senza ritardi, l’Ape social e le altre forme di uscita anticipata per precari e usuranti. È questo il pacchetto welfare su cui si deve puntare con immediatezza. A sostenerlo è Cesare Damiano, ex ministro e presidente della Commissione Lavoro di Montecitorio. «È evidente scandisce che questi problemi così urgenti vengono prima della corsa al voto».
Partiamo dall’inizio: perché si restringono le tutele?
«Uso una metafora per descrivere che cosa sta accadendo. Se le sponde del fiume si allontanano, occorre progettare un ponte più lungo. In caso contrario si precipita in acqua. Ora, a causa della crisi, da un lato vengono anticipati e si moltiplicano i licenziamenti, dall’altro si è allontanata l’età del pensionamento anche di 5-6 anni. In questo contesto, il ponte, cioè gli ammortizzatori sociali, si devono ampliare».
E invece si sono ridotti o sono stati addirittura cancellati.
«Sì, sono venuti meno l’indennità di mobilità e la cassa in deroga, sostituiti dalla Naspi. Per fortuna l’indennità di disoccupazione per i collaboratori verrà prorogata anche nel 2017 e resa strutturale per gli anni successivi. Il risultato è che le persone rischiano di finire nel territorio della povertà . E, mentre per le pensioni, dopo lunghe battaglie, siamo riusciti a ottenere l’ottava salvaguardia per gli esodati e forme di anticipo dei pensionamenti, con Ape social e misure più flessibili per i precoci e gli usuranti, per gli ammortizzatori i conti non tornano».
Proprio quando servirebbe un «ponte» più ampio.
«Sì, perché chi perde il lavoro dopo i 50 anni ha sempre meno chance di ritrovarlo e non c’è più l’architettura sociale del passato che lo accompagnava verso la pensione».
Il Governo ha annunciato che verrà ripristinata l’indennità di disoccupazione per i co.co.pro: diventerà strutturale?
«C’è stato un braccio di ferro per trovare le risorse: la “bollinatura” della Ragioneria dovrebbe arrivare entro lunedì. La copertura finanziaria prevista era e rimane relativamente modesta: si tratta di 54 milioni di euro. A questo punto presenteremo, al disegno di legge sul lavoro autonomo, una proposta che possa dare, però, una soluzione strutturale per i periodi di non attività dei collaboratori. Sarebbe contraddittorio infatti, che mentre si propone di allargare le tutele ai liberi professionisti con nuove forme di ammortizzatori sociali, non si prevedesse contemporaneamente di risolvere il problema dei collaboratori coordinati e continuativi».
Rimane il vuoto lasciato dalla fine della mobilità e della cassa in deroga.
«Sì, la Naspi non è sufficiente a compensare la fine di questi ammortizzatori. E non è pensabile lasciare in mezzo al guado migliaia di persone che rischiano di rimanere senza stipendio e senza pensione per anni».