La prossima settimana scatterà l’ora X per la riforma dei voucher: la relatrice del provvedimento in commissione Lavoro Patrizia Maestri porterà un testo base che unifica diverse proposte. «Il nostro intervento punta a ridurne l’abuso e a riportare l’utilizzo dei voucher nel l’ambito delle prestazioni occasionali», spiega Cesare Damiano, presidente della commissione e promotore dì una proposta di legge depositata già a febbraio 2016.I referendum della Cgil hanno innescato l’acceleratore alle iniziative legislative, e anche il governo sembra orientato a intervenire. Presidente Damiano, si parla di un decreto legge: lei conferma che esiste questa possibilità?
«Come diceva Deng Xiaoping non importa di che colore è il gatto, l’importante è che acchiappi i topi. Mi risulta che abbiamo tempi brevi, che richiedono un’azione tempestiva ed efficace. Se la strada è quella di recepire in un decreto il testo uscito dalla commissione, per me va bene. Temo comunque che non sia sufficiente un decreto ai fini dell’eventuale superamento del referendum, ma che serva la sua conversione. In ogni caso la strada più veloce è quella da scegliere».
Ma quali sarebbero i motivi di necessità e urgenza per un decreto?
«Non possiamo negare che c’è un referendum: ci sono dei tempi dettati dalla contingenza. Sia chiaro, oggi il governo ha due strade. Non intervenire, e attendere il risultato del referendum, che propone l’abrogazione tout court dei voucher. In questo modo, se vince il sì, i voucher sarebbero totalmente cancellati. L’altra strada è quella di intervenire per via legislativa per eliminare gli abusi. In questo caso si deve necessariamente agire prima del referendum».
E a quel punto?
«A quel punto sarà la Corte a decidere, e ascolterà anche il parere Cgil in quanto proponente».
Come risponde a chi la accusa di voler solo fermare la Cgil?
«Rispondo che ho depositato la mia proposta di legge un anno fa, e a questa poi se ne sono aggiunte altre 7. Ora possiamo procedere a un testo unificato. Quindi mi sono mosso quando i referendum non erano ancora all’orizzonte».
Qual è l’orientamento della commissione?
«Noi puntiamo a tornare al lavoro accessorio e quindi meramente occasionale. Il perno è la famiglia, che potrà utilizzare i voucher per piccoli lavori domestici, come tagliare l’erba o il baysitting, eseguiti da persone senza un’occupazione: Quanto alle imprese, si tratta di valutare se escluderle del tutto o se lasciare la possibilità a quelle individuali o al massimo con un dipendente».
Dunque, non è certo che si ammettono solo per le famiglie?
«Ripeto, la questione è ancora aperta. L’ipotesi che le imprese siano tutte escluse c’è, ma c’è anche chi pensa di dover derogare per quelle individuali. Sí vedrà nella discussione in commissione».
E sulla Pa?
«L’orientamento è quello di escludere l’utilizzo dei voucher nella Pa, anche qui con una deroga per le sole manifestazioni caritatevoli o per eventi di emergenza».
In agricoltura resta l’utilizzo per vendemmia e raccolta della frutta. Ma questo comparto non ha già parecchie forme di contratti atipici che può utilizzare?
«In agricoltura è previsto l’uso esclusivamente per pagare pensionati e studenti. Non parliamo di lavoratori attivi o disoccupati, che invece devono essere assunti a contratto».
In altri Paesi europei lo strumento del voucher non è lasciato nelle mani dei datori di lavoro, ma viene gestito sempre da un intermediario pubblico. Pensa che si potrebbe inserire una disposizione di questo tipo?
«sarebbe una soluzionepìù trasparente, ma non credo sia possibile intervenire adesso. Per ora l’obiettivo è riportare lo strumento alla sua formulazione originale per eliminare gli abusi».
Sul lavoro si stanno diffondendo pratiche selvagge, come persone pagate con gli scontrini di spesa. Cosa può fare il Parlamento?
«Il Parlamento sta già agendo sui voucher, la prossima settimana interverrà sul lavoro autonomo e lo smart working con l’introduzione di nuove indennità e l’estensione della dis-coll (la disoccupazione peri collaboratori, ndr) anche peri borsisti, e abbiamo già legiferato sul caporalato. Da legislatore l’unica cosa che suggerisco al governo è quella di accentuare i controlli, visto che è risultata irregolare più della metà delle aziende sottoposte all’ultima ispezione».