“Non ho poltrone da difendere, ho rinunciato a un collegio considerato sicuro e sono da due anni in cassa integrazione come altre decine di dipendenti del Pd. Detto ciò con altri ho denunciato un correntismo esasperato quando dirlo non era propriamente di moda. Penso che il Pd abbia bisogno di essere rifondato nel suo modo di discutere, di organizzarsi sui territori dove spesso è ostaggio di notabilati inamovibili. E anche del modo in cui seleziona una classe dirigente fuori da logiche di fedeltà e rendite di potere. Ecco perché io non mi vergogno, io voglio ribaltare questa concezione della politica”.
“Come altri avevo discusso con Nicola le difficoltà dell’ultima fase e apprezzato la sua scelta di accelerare un chiarimento politico dopo la nascita del governo Draghi. Ora non servono accuse né indici puntati. La politica purtroppo riserva anche durezze, per questo credo di intuire i pensieri di Nicola a fronte di scelte non facili che abbiamo assunto dopo averle discusse negli organismi dirigenti e che formalmente sono state condivise da tutti”.
Nell’intervista di oggi di Amedeo La Mattina su Il Secolo XIX, Cuperlo riassume così quali sono i suoi auspici in merito alle dimissioni del Segretario Zingaretti “Io mi auguro che l’assemblea convocata per il 13 e 14 marzo respinga con convinzione le dimissioni di Nicola e spero che, nonostante l’amarezza, lui possa ritornare sulla sua decisione e per quanto posso lavorerò per questo. L’alternativa non potrebbe che essere una transizione verso un congresso appena le condizioni lo consentiranno. Questo non è tempo di caminetti, esiste una questione democratica che investe il Paese con elezioni rinviate per la pandemia. Ma la democrazia non si può sospendere all’infinito e il Pd di quella democrazia ha sempre fatto la sua bandiera”.
“Dalla riuscita di questo governo dipende in buona misura la sorte del paese. Una cosa abbiamo dimostrato in questi mesi terribili ed è stato il senso di responsabilità verso le persone e la loro sofferenza. Sono certo che questa funzione non verrà meno, tanto più che abbiamo davanti settimane complicate. Discuteremo certo, come è giusto che si faccia in una comunità e quella discussione sarà tanto più utile quanto più dirà con chiarezza chi siamo”.
“La realtà è che è cambiato il mondo e adesso la prova è ricollocare il progetto PD nella società italiana dei prossimi anni. Il tema è la nostra identità, la lettura che diamo dei conflitti aperti e la capacità di essere un’alternativa credibile alla destra sul terreno dei valori, delle coerenze e anche della qualità”.