Gianni Cuperlo, se Renzi oggi proponesse congresso subito e elezioni a giugno, a lei andrebbe bene?
«Il congresso è la via più limpida per tutti, l’ho chiesto dal 5 dicembre. Al voto, però, vorrei che arrivassimo avendo fatto alcune cose. Le leggi sui minori stranieri non accompagnati, lo ius soli e il testamento biologico, le misure contro la povertà e i voucher. E una buona legge elettorale che tenga assieme rappresentanza e governabilità . Quindi bene un congresso vero, non una conta di schede, e alle urne quando le regole consentiranno di non precipitare nelle larghe intese».
Traduco: meglio rimandare. Non crede che la minoranza pd sembri ormai vedere trappole dietro ogni decisione del segretario? Quanto si può andare avanti?
«Siamo a un bivio e il rispetto tra noi è una premessa. So di aver tenuto un atteggiamento di lealtà e coerenza. A Renzi riconosco alcuni meriti, ma non ho taciuto gli errori: dal Jobs act a scelte fiscali che non sempre hanno guardato ai più deboli. Fino a quella “rottamazione” che ha diviso associazioni, sindacati, intellettuali. Se dirà che dobbiamo discutere davvero, avrà il mio consenso».
La scissione è un pericolo reale?
«Sì, e sarebbe la sconfitta del progetto degli ultimi vent’anni. Mi batto per evitarlo, ma la prima responsabilità è di chi sta al timone».
Ha chiesto regole civili per le assise: cosa significa?
«Che non vorrei iscrizioni esplosive con pacchetti di tessere che sbucano come funghi. Vorrei una partecipazione concentrata su bisogni e interessi senza parola. Sembra la luna ma è da troppo che scaviamo buche in giardino».
Chi sono i signori delle tessere che potrebbero inquinare il congresso?
«Quel notabilato che sequestra il partito. Quelli che “meno siamo meglio stiamo”. Renzi disse che nel partito avrebbe usato il lanciafiamme. Per indole amo gli estintori, ma sento che in troppe realtà siamo un partito che sconsiglierei a mia figlia dal frequentare. Il congresso deve chiamare la nostra gente a inondare questa forza di una passione sana».
Speranza, Rossi, Emiliano: lei con chi sta?
«Obama».
Non sembra interessato.
«Peccato. Guardi, io ho stima per tutti, ma penso che una sinistra divisa non aiuti ad aggredire i problemi».
Vanno divise le figure di segretario e candidato premier?
«L’ho sempre chiesto e oggi è il momento di farlo».
Cosa pensa del progetto di Pisapia?
«Tutto il bene possibile. Ieri mattina sono andato all’assemblea promossa da Arturo Scotto. C’erano mille persone e una passione che spinge nella sola direzione vincente: un centrosinistra che riparta da lavoro, uguaglianza, democrazia. La sinistra che serve è sociale, culturale e sa unire. Quando leggo che Marine Le Pen minaccia di togliere la doppia cittadinanza agli ebrei di Francia penso che tutta la sinistra dovrebbe comprendere quali pericoli corre la nostra civiltà . E dovrebbe bastare questo a smuovere cuori e coscienze».