“La ricostruzione post terremoto deve essere fatta nella maniera migliore possibile però noi siamo ancora impegnati con l’attività di prima emergenza. La ricostruzione vera e propria ha tempi diversi, avverrà tra qualche mese, adesso dobbiamo prepararci ad affrontare bene l’inverno a ragionare con le popolazioni per garantire a tutti una sistemazione accettabile”.
Lo ha detto il ministro alle Infrastrutture e trasporti Graziano Delriopartecipando alla Festa de l’Unita a Catania ad un dibattito dal titolo: ‘Così sblocchiamo l’Italia’, insieme a Debora Serracchiani e Maurizio Gentile, amministratore delegato di Rfi, moderati da Eugenio Occorsio.
“Come ha detto anche il presidente del Consiglio c’è la volontà di convocare tutti coloro che possono dare una mano a predisporre un piano organico di prevenzione del rischio tante volte annunciato, mai attuato. Ma questa volta, esattamente come abbiamo fatto con il dissesto idrogeologico – ha detto Delrio – con il piano dell’edilizia scolastica e con le attività di cure di manutenzione delle strade, c’è bisogno di un grande piano di cura per la casa Italia, un grande piano di prevenzione su cui troppo poco il paese purtroppo ha investito, ma che è necessario”.
Ha proseguito il ministro: “Dobbiamo capire che le opere pubbliche sono di tutti e si possono costruire solo se tutti a tutti i livelli della catena facciamo il nostro dovere e in Italia questo spesso non è accaduto. A volte c’è indisciplina amministrativa.
Il dirigente che lavora in un Comune – ha aggiunto Delrio – deve avere la coscienza che quello che lui deve fare è importantissimo per i suoi cittadini. Ognuno che lavora nel settore pubblico ha come azionista di riferimento il cittadino. Se tu sai che c’è una scuola da costruire in un paese e lasci la pratica otto-nove mesi lì per un passaggio burocratico, stai facendo un torto a quei bambini che hanno diritto ad avere una scuola, a quei cittadini che hanno diritto ad avere una strada. Adesso abbiamo sbloccato la Ragusa-Catania, ha richiesto uno sforzo enorme burocratico questo progetto per essere sbloccato.
Stiamo in contatto costante, così si riescono a fare le opere, se no, se c’è qualcuno che non fa un pezzo del suo mestiere non ce la facciamo. Stiamo facendo questo lavoro quotidiano di seguire ogni progetto”.
Delrio ha concluso: “Dico sempre che il mio ministero è impegnato nella ‘guerra dei trent’anni’ perchè dovunque vado, in qualsiasi paese, città mi dicono ‘questa opera e’ 30 anni che l’aspettiamo. Questo vuol dire che qualcosa non funziona. La corruzione, le regole, la complicazione, i ricorsi, ci sono le aziende, che non sono qualificate abbastanza, a volte. C’è un mix di problemi che abbiamo cercato di affrontare con il codice appalti”.
Foto Stefano Cagelli