Continueremo a sostenere il popolo del Madagascar e coloro che difendono le sue foreste, garantendo che le istituzioni finanziarie internazionali siano ritenute responsabili delle conseguenze reali delle loro decisioni di finanziamento. Le foreste del Madagascar sono insostituibili, così come le comunità che dipendono da esse”. Non distoglieremo lo sguardo dal momento che le foreste vengono distrutte e le comunità ne subiscono le conseguenze”.
Così in una nota l’europarlamentare del Partito democratico Annalisa Corrado commentando le insoddisfacenti dichiarazioni ricevute dal direttore generale dell’FMI Kristalina Georgieva e dal presidente del Senato malgascio, Richard Ravalomanana in risposta alla lettera inviata il 19 dicembre 2024 e firmata da 36 europarlamentari che sollevava preoccupazioni sul fatto che i fondi dell’FMI, forniti attraverso il Resilience and Sustainability Facility (RSF), rischiassero di consentire costruzioni illegali, distruzione ambientale e gravi impatti sulle comunità rurali lungo il progetto autostradale Antananarivo-Toamasina.
“La risposta del FMI – continua Corrado – non fornisce garanzie chiare che garantiscano che i suoi fondi non saranno utilizzati, direttamente o indirettamente, per sostenere il progetto autostradale e che quindi non contribuiranno a progetti che accelerano la deforestazione e il degrado ambientale”. Altrettanto insufficiente la risposta del presidente del Senato malagascio che cerca di intimidire e mettere a tacere le critiche piuttosto che impegnarsi in un dialogo trasparente, attaccando la credibilità della società civile e dei partener internazionali”.
“Sostengo pienamente la necessità del Madagascar di modernizzare le sue infrastrutture di trasporto, -conclude Annalisa Corrado – ma non a scapito delle sue ultime foreste primarie rimaste, delle comunità vulnerabili e dello Stato di diritto. Il mondo non può permettersi che le istituzioni finanziarie internazionali contribuiscano alla deforestazione, ai danni ambientali e all’emarginazione delle comunità locali, in particolare in uno dei paesi più poveri ed ecologicamente più fragili della Terra”.