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Cittadinanza, Pacciotti: la Lega parla di un’Italia che non esiste

Un traguardo storico, un traguardo di civiltà: l’approvazione alla Camera del ddl sulla cittadinanza è il frutto di un lavoro durato anni e che ha visto coinvolte tante realtà, dalle associazioni ai partiti, e che Marco Pacciotti, coordinatore del Forum Immigrazione del Pd, ricorda oggi con orgoglio dopo che a Montecitorio si è raggiunta una prima grande meta, in attesa che la proposta di legge arrivi in Senato. Da Gianclaudio Bressa, Roberto Zaccaria, Andrea Sarubbi fino a Khalid Chaouki, Cécile Kyenge, Livia Turco e tanti altri militanti, amministratori e dirigenti del Pd: Pacciotti ricorda gli amici che “hanno rappresentato un punto di riferimento in questa grande battaglia culturale. Persone che da anni con il Forum Immigrazione si sono battuti perché quello che prima sembrava una battaglia di nicchia viene percepita per quello che è: una grande sfida per il futuro”.

 

Dopo anni di lavoro, alla Camera è stato approvato il ddl sulla cittadinanza: ora la parola passerà in Senato. Lei ha parlato di un traguardo di civiltà…

– Si tratta di un traguardo di civiltà che riguarda tutto il paese e tutti gli italiani, indipendentemente dalle loro origini e da quelle dei loro genitori. L’Italia è un paese che, come hanno ricordato i presidenti Giorgio Napolitano e ora Sergio Mattarella, ha bisogno di questa energia vitale sotto il profilo sociale, culturale ed economico. Non si tratta di una concessione, ma di estendere un diritto a dei ragazzi che sono nati e cresciuti qui e che sentono il nostro paese come la loro patria. Era assurdo, incivile e anacronistico che non fosse ancora così.

 

Si tratta della vittoria di un gruppo che ha lavorato per anni su questo progetto…

– In realtà è la vittoria di un vasto movimento che ha visto anche il Pd farsi portavoce di questa spinta che viene dall’associazionismo, dal terzo settore, dalle comunità, dalle varie reti che riuniscono i ragazzi che qui sono nati e cresciuti. Già nel 2008 ci fu un primo disegno di legge a firma Zaccaria-Bressa, seguito poi da un successivo disegno di legge a firma bipartisan Sarubbi-Granata che riprendeva un po’ le mosse dell’iniziativa de L’Italia sono anch’io di cui il Forum Immigrazione fu parte integrante, contribuendo in modo cospicuo alla raccolta delle oltre 200mila firme. Sicuramente questo è un testo di legge differente, non può non essere così, perché sono passati tanti anni e perché il quadro delle alleanze è differente. Si tratta però di una buona legge che stabilisce un diritto laddove non c’era.

 

Come movimento, associazionismo e partito, abbiamo fatto un disegno di legge nel quale il Pd è stato interprete il più possibile fedele delle istanze della società italiana. Non è un caso che i sondaggi registrino un larghissimo consenso nel paese – quasi il 70% – che va ben oltre le appartenenze dei partiti e degli schieramenti, ma che racconta un’Italia in cui il cambiamento è già avvenuto ed è già stato metabolizzato dalle persone comuni. Ancora una volta la politica ci è arrivata con un certo ritardo attraverso un provvedimento legislativo che speriamo venga approvato presto in via definitiva. Se ci sono dei miglioramenti da fare si faranno, ma questa è una buona base d’inizio.

Continua a leggere l’intervista su Unità.tv

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