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Fumagalli: “Nel Decreto Imprese raddoppiare gli importi erogati con i parametri del calo fatturato e dei costi fissi”

Intervista su “L’imprenditoria italiana” al responsabile Sviluppo Economico del Partito Democratico, Cesare Fumagalli.

Cesare Fumagalli che proposte presenterà il PD per sostenere le imprese in questo momento di difficoltà?

“Gli interventi per il sostegno alle imprese, dopo 13 mesi di alterazione del ciclo economico mondiale e nazionale causato dalla pandemia, devono essere concatenati nella sequenza vaccinazioni-ristori-aperture-interventi e investimenti strutturali del Recovery Plan. Senza questa concatenazione nessuno degli interventi da solo sarà efficace. Sugli interventi di sostegno è bene essere chiari: nessuno Stato né dentro l’UE né fuori è in grado di coprire i danni causati alle imprese dai blocchi e dalle riduzioni ai commerci e ai consumi. L’Italia ha certamente fatto molto per sostenere i redditi da lavoro dipendente con la Cassa Covid. Ha fatto parecchio anche per il contrasto alla povertà. Per il sostegno alle imprese sono stati fatti interventi importanti per il sostegno alla liquidità. Interventi che ora devono assolutamente proseguire per evitare fenomeni diffusi di embolia nel circolo dell’economia nazionale: con la proroga della moratoria sui mutui e sui prestiti di prossima scadenza (30 giugno p.v.), con l’allungamento a 15 anni dei tempi di restituzione dei prestiti assistiti da garanzia pubblica. Certamente il capitolo dove la situazione è più insoddisfacente è quello relativo ai cosiddetti ristori: nel prossimo Decreto Imprese bisogna almeno raddoppiare gli importi erogati con il DL Sostegni, assumendo come parametri il calo di fatturato e alcuni costi fissi”.

È soddisfatto dei programmi economici del governo Draghi?

“La formula proposta dal Presidente Draghi di massima apertura anche a nuovo debito purchè siano risorse destinate agli investimenti è la stella polare da seguire. La declinazione la vedremo nel DEF, nel PNRR e nella prossima legge di Bilancio”.

Secondo lei l’Italia è un Paese autorevole in Europa?

“Non dimentichiamoci mai che l’Italia è uno dei Paesi fondatori, uno dei tre grandi Paesi fondatori. L’autorevolezza è data dalla coerenza dei comportamenti nel tempo e dalla qualità delle persone alla guida – ricordate il ruolo di Marcora nella politica agricola comunitaria? – e mi pare che siamo in recupero su entrambi in fronti”.

Il Recovery Fund come dovrà essere impiegato maggiormente?

“Ho grande fiducia nel lavoro fatto e che si sta facendo per la messa a punto del Piano Nazionale che impiegherà le risorse straordinarie che ci verranno dal Next Generation EU. Ho più dubbi sulla capacità di rimuovere i freni che hanno troppo spesso bloccato la capacità di spesa effettiva nelle articolazioni istituzionali, nella catena Stato, Regioni, Enti locali. Ma se ce la facciamo ad efficientare la P.A., a riformare la giustizia civile, a semplificare le norme, allora digitalizzazione ed economia sostenibile vedranno il protagonismo delle imprese italiane. Sfide che si vinceranno se saranno partecipate dall’universo delle PMI italiane diffuse sul nostro territorio”.

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